condotta

La Fedeli abolisce il voto in condotta: addio alla disciplina

Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha reso esecutivo quello che è stato definito uno dei cardini della “Buona scuola”: l’abolizione del voto in condotta nelle scuole primarie di secondo grado. La ministra ha firmato il decreto che rende operativi i decreti attuativi della legge 107 del 2015, mettendo così in salvo quegli studenti indisciplinati che sino ad ora rischiavano di perdere l’anno a causa del loro comportamento.

I voti decimali saranno sostituiti da una “valutazione del comportamento con giudizio sintetico e non più con voti decimali, per offrire un quadro più complessivo sulla relazione che ciascuna studentessa o studente ha con gli altri e con l’ambiente scolastico”.  Secondo il parere di molti, questo tipo di valutazione poteva semplicemente essere affiancato ai voti decimali anzichè sostituirli. La possibilità di non ammettere uno studente alla classe successiva per motivi che esulano dal profitto scolastico si riducono a «reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana», «casi di violenza grave» tali da «ingenerare un elevato allarme sociale».

Eliminare il deterrente della bocciatura in caso di comportamenti indisciplinati, porta non solo al ridimensionamento del ruolo dell’insegnante, ma anche del rigore richiesto all’interno dell’istituzione scolastica. E’ vero che i casi di bocciatura per insufficienza di condotta erano quasi inesistenti, tuttavia è preoccupante il messaggio più che il contenuto della norma. Un messaggio che indica un’allentamento della disciplina, e che forse non potevamo permetterci dato che i casi di bullismo sono numerosi.

La società Italiana si divide tra chi sostiene che disciplina e rigore siano requisiti fondamentali e chi invece li ritiene delle gabbie, una forma di discriminazione sociale e una limitazione della creatività dei ragazzi. La verità è che c’è in atto una tendenza, soprattutto da parte dei genitori di proteggere eccessivamente i giovani, al punto da arrivare a concepire qualsiasi sanzione come illegittima.