Oltre sei mesi dall’insediamento del governo giallo-verde, eppur non si muove o meglio sembrerebbe dai rumors, che al Viale Trastevere, si stia lavorando alacremente ad uno schema di ringiovanimento del sistema scolastico italiano. Cosi trasparirebbe dalla bocca del ministro Bussetti. Fino ad oggi ha lavorato ad uno schema di restyling del sistema scolastico italiano, oggetto di ripetuti e spesso incerti nell’esito, tentativi di modifica nel più assoluto silenzio. Alcune iniziative, come ad esempio la riforma Moratti, hanno disegnato un sistema della istruzione pubblica che nell’intento avrebbe dovuto promuovere una licealizzazione della scuola secondaria italiana in grado di rendere competitivi e in sintonia con i dettami di Lisbona 2000, soprattutto, gli istituti professionali.
La legge 107 del Luglio 2015, la cosiddetta “Buona scuola”, voluta dal governo Renzi, avrebbe dovuto disegnare una scuola in grado di dare piena attuazione a quella autonomia scolastica. Strumento e risorsa in grado di dare alla repubblica un volto ed un respiro nuovo nella gestione della “res publica”. In effetti non è stato così se è vero che prima di essere varata la legge Renzi, la scuola e i suoi attori primi, studenti ed insegnanti si sono mossi in uno dei più partecipati scioperi e manifestazione di dissenso della storia sindacale.
Il ministro Bussetti si è limitato a ritoccare o ad annunciare di voler ritoccare come abile cesellatore con scalpello fine alla mano gli esiti infausti della legge 107. Quali ad esempio la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti o l’assegnazione dei docenti ad ambiti territoriali. Che dire dell’alternanza scuola lavoro di epoca morattiana, con il decreto legislativo 77 del 2005, strumento per promuovere una formazione a tutto tondo degli studenti della scuola secondaria di secondo grado, in una visione da terziario avanzato spendibile subito nel mercato del lavoro?
L’Invalsi e l’Indire spariranno?
Bussetti sembrerebbe lavorare alla revisione dell’incompiuta ossia il Testo unico delle disposizioni di legge in materia di Istruzione ossia il D.lgs 297 del 16 Aprile del 1994 nella dimensione di essere un corpo di leggi snello e funzionale in grado di assicurare un funzionamento efficace del sistema scolastico italiano, al passo con gli altri sistemi comunitari. Non meno importante la riflessione sull’agenzia Invalsi, pomo della discordia e mela indigesta di studenti e insegnanti per le prove omonime, nate con il “nobile” intento di valutare il sistema istruzione e trovarne le ragioni di riflessione critica volto al suo miglioramento. Forse l’Invalsi e l’Indire spariranno con buona pace dei docenti e degli studenti con un colpo di scalpello? Intanto, ci accontentiamo di un restyling degli esami di stato conclusivo del secondo ciclo.