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Dita nel naso? Uno studio spiega perché lo facciamo

Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry si è occupato dell’abitudine di mettersi le dita nel naso. Secondo i risultati, la pratica sarebbe molto più comune di quanto non si pensi. Il 96,5% della popolazione, infatti, non è esente dal pulirsi il naso a dita nude, mentre solo il 3,5% della popolazione è esente dalla pratica.

Parigi, la famiglia del terrorista: “Siamo contenti che sia morto”

Abdelhamid Abaaoud è uno dei ragazzi che, assieme alla cugina e al migliore amico, è stato tra i protagonisti degli attentati di Parigi. Recentemente, i suoi familiari hanno affermato di essere contenti che il terrorista sia stato ucciso. L’ideatore della tragedia avvenuta nella capitale francese è stato freddato mercoledì mattina durante il blitz a Saint-Denis. “Siamo contenti che sia morto, se l’è meritato”, dichiarano i parenti.

Terremoto in Irpinia 35 anni fa, lunedì la commemorazione

Gli anniversari di episodi tristi proiettano le nostre menti nel passato, dove il fatto è avvenuto e alle vittime che lo hanno vissuto. Ed è quello che probabilmente accadrà il prossimo lunedì 23 novembre. Sono trascorsi quasi 35 anni dalla data che sarà per sempre ricordata come “l’ora del terremoto”. All’epoca, intorno alle 19:34, una scossa di magnitudo 6,9 gradi nella scala Richter (10 gradi nella scala Mercalli) colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, l’epicentro fu in Irpinia.

Reem Hassan: il coraggio di una donna contro la follia dell’Isis

Reem Hassan era siriana. Aveva conseguito una laurea in Letteratura, era una pittrice promettente, una splendida giovane che ha sacrificato sogni, carriera e femminilità nel sacro nome della Patria. La sua morte, avvenuta lo scorso agosto, è pressoché passata inosservata: nessun post per tributarne in sacrificio, nessuna bandiera siriana come sfondo della propria immagine del profilo, nessun dibattito politico o avatar stilizzato. Eppure, Reem Hassan non è diversa da tutte le ragazze andate a scatenarsi a suon di musica al Bataclan, né da quelle sedute al tavolo di un ristorante prima di essere freddate, senza alcuna pietà. Né, incredibile ma vero, dalle ragazze che hanno scelto di imbracciare un fucile nel nome dell’Isis, piuttosto che abbracciare la vita.