Italia, sistema politico criminale. Il gruppo degli Invisibili

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‘Ndragheta è una parola che fa pensare a coppole, pecore, montagne. In realtà fa comodo agli esponenti del sistema criminale di cui quella organizzazione fa parte che l’idea comune sia questa, ma, in realtà, la situazione è ben diversa e i magistrati lo hanno scritto nelle carte su cui si basano i processi, ma è la politica che vuole fare come lo struzzo che mette la testa nella sabbia, perché è succube o, ancora peggio, complice.

GLI INVISIBILI

Nel processo “Bellu lavuru” le carte del processo contengono alcune intercettazione di un indagato che parla con la moglie e con il fratello in due occasioni diverse; alla consorte egli riferisce di aver partecipato ad un pranzo nel quale con lui vi erano 5 o 6 persone definite dallo stesso “invisibili”. e al fratello confermò di “far parte di un gruppo di persone sconosciuto ai più, denominato “gli invisibili”, nato solo da un paio di anni, e del quale a Bova (un paese in provincia di Reggio Calabria N.d.R) con lui ne fanno parte solo 5 persone che sono quelle che realmente contano”. Quest’uomo afferma, dunque, che fa parte di un gruppo di persone che gestisce il potere mafioso denominato gli “invisibili” e, nello stesso tempo dichiara di appartenere alla massoneria dove ci sono “fratelli tutti visibili ed invisibili che adorano l’Oriente”.

Quindi è ormai un dato di fatto che gli stessi appartenenti alle varie organizzazioni criminali, da un paio di anni (“c’è la visibile e l’invisibile che è nata da un paio di anni“), hanno creato una sorta di struttura parallela occulta i cui aderenti vengono denominati gli “invisibili”, che sono i veri detentori del potere.