In tempi non sospetti Vnews24 scriveva di quella pazza idea di Renzi di prendersi il governo. Oggi cerchiamo di spiegare perché quello di Renzi dovrà essere necessariamente il “governo dei cittadini”: egli, in pratica, dovrà porre in essere un rapporto diretto con i cittadini, spiegando loro cosa vuole fare e in che modo. Solo in questo modo potrà far dimenticare il fatto che abbia preso il potere con una manovra di palazzo, la quale, caso più unico che raro, non vede contro alcuna barricata contraria, se non quella scontata, del M5s.
Renzi dovrà parlare chiaro, dire le cose come stanno, usare il senso comune del Paese, come stella polare del suo operato. L’opinione pubblica sente che siamo soffocati dalle rendite private e pubbliche, sindacali e corporative, un governo che fosse sua espressione deve concentrarsi su pochi problemi e risolverli e introdurre innovazioni eclatanti, le quali, con un effetto a cascata contribuiscano a cambiare la società italiana.
Nessuno ha speso una parola per il modo con il quale è stato liquidato Letta, davvero brusco e irrispettoso, perché il suo governo ha ceduto ai ricatti delle lobby di potere di cui molti parlamentari dello Pd sono espressione. Renzi troverà sul suo cammino tre ostacoli fondamentali: i parlamentari del Pd, la maggior parte dei quali appartenenti ad aree diverse dalla sua, sostengono Renzi solo per durare in carica il più a lungo possibile, i partiti della coalizione di governo e l’alta burocrazia ministeriale, a cui interessa mantenere la situazione immutata.
Portata a casa la riforma elettorale con l’accordo con Forza Italia, il potere di veto dei parlamentari del Pd o degli altri partiti verrà meno, per lo spauracchio delle elezioni e la paura di non essere ricandidati.
A questo punto Renzi potrebbe davvero innovare il Paese: bloccando, ad esempio, la nomina per cooptazione dei dirigenti delle imprese pubbliche o delle posizioni apicali dei ministeri che saranno in scadenza nei prossimi mesi; suggerisce Fabrini del Ilsole24ore che sarebbe il caso che “si facciano call nazionali e internazionali per le posizioni in questione, si rendano pubblici i curricula dei candidati in gioco, si obblighino le commissioni che faranno le scelte a spiegare pubblicamente le ragioni di queste ultime”. Inoltre, lo stesso giornalista scrive che Renzi si deve impegnare per “promuovere una riforma del mercato del lavoro tale da mettere fuori il potere di veto dei sindacati, una riforma del sistema amministrativo per superare il potere di veto delle burocrazie che si auto-riproducono e una riforma del