E’ nato il governo di Matteo Renzi. Si compone di 16 ministri: Matteo Renzi, presidente del Consiglio, Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Angelino Alfano, ministero dell’Interno, Roberta Pinotti, ministero della Difesa, Federica Guidi, ministero dello Sviluppo economico, Maurizio Martina, ministero delle politiche agricole, Giuliano Poletti, ministero del Lavoro, Dario Franceschini, ministero della Cultura, Andrea Orlando, ministero della Giustizia, Pier Carlo Padoan, ministero dell’Economia, Federica Mogherini, ministero degli Esteri , Beatrice Lorenzin, ministero della Salute, Maurizio Lupi, ministero delle Infrastutture e dei Trasporti, Gianluca Galletti, ministero dell’Ambiente, Stefania Giannini, ministero dell’Istruzione e della ricerca, Maria Elena Boschi, ministero delle riforme e dei rapporti con il Parlamento, Marianna Madia, ministero della semplificazione, Maria Carmela Lanzetta, ministero degli Affari Regionali
Una squadra di governo deludente, pallida ed emaciata quella messa a punto da Renzi, il quale vuole fare la rivoluzione italiana con smorti burocrati del suo partito, a lui fedelissimi, i quali hanno come unica virtù il fatto di essere giovani e di sesso femminile. La montagna ha partorito il topolino verrebbe da dire e l’unico valore aggiunto di Renzi rispetto a Letta è il rapporto diverso con Forza Italia e il comune interesse alla realizzazione delle riforme istituzionali.
Poco diverso dal consueto gioco sporco della politica, il fatto di avere cooptato un ministro che una settimana fa aveva votato contro il documento presentato in direzione da Renzi, Maria Carmela Lanzetta, la quale appartiene alll’area di Pippo Civati, il quale si dice “stupito” della scelta dell’ex sindaco antimafia della costa jonica reggina.
Per il resto ci sono i ministri del Ncd: Alfano, Lupi e la Lorenzin uno dell’Udc e Dario Franceschini a daretanfo di vecchio ad un governo che punta sulla freschezza delle facce gran parte del suo appeal politico.