Facoltà economiche vuote: ecco perchè l’economia non attrae più

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L’erosione dell’interesse degli studenti per i corsi di scienze economiche è un fenomeno mondiale. In gran parte delle facoltà di economia del mondo gli studenti tendono sempre più a preferire i corsi a carattere aziendale rispetto a quelli economici. La spiegazione prevalente tra gli economisti sembra essere che gli studenti non capiscono che lavoro potrebbero fare con questi corsi e quindi puntano su quelli aziendali, percepiti come più fruibili per il mercato del lavoro.

Questo fenomeno si chiama crisi della scienza economica di fronte alla opinione pubblica. La scienza economica è percepita da tempo come dogmatica, malata di formalismo, astratta, poco interessata ai fatti, una strana disciplina in cui la realtà entra al massimo come caso particolare della teoria. L’erosione dell’interesse è stata lenta finché ha retto la situazione economica perché la nave andava e i docenti si sentivano protetti dalla qualifica di esperti e dalla inaccessibilità dei loro linguaggi. Insomma la gente aveva il dubbio: “se lo dicono gli esperti che l’economia è questa, magari le nostre perplessità dipendono dal fatto che non ne capiamo abbastanza”.

Una volta esplosa la crisi la foglia di fico è caduta e gli economisti sono stati identificati come quelli che non avevano capito la fragilità di un ordine economico crollato come un fondale di cartapesta. L’erosione del prestigio della disciplina si è trasformata in una caduta libera. “Togliete l’economia dalle mani degli economisti” è un mantra che ha e avrà una presa crescente sul pubblico.

Gli studenti sono solo la spia di tutto questo, che si può trasformare nella pietra tombale sulle iscrizioni ai corsi di economia. Oppure in una gigantesca opportunità. Dipende dalle scelte didattiche che faranno le università. Le facoltà in cui gli economisti ne faranno di coraggiose, in brusca discontinuità col passato, accumuleremo nel tempo un grande vantaggio competitivo. Altrimenti i corsi di laurea in economia saranno risucchiati dal discredito che già la disciplina vive presso l’opinione pubblica e rischierà di morire definitivamente.