Londra – La cocaina nel regno Unito si trova anche nell’acqua potabile: è quanto risulta da uno studio inglese che inizialmente aveva lo scopo di valutare il grado d’inquinamento delle forniture d’acqua che arrivano alle case dei cittadini. Così, è stato svelato che le falde acquifere nascondono un tasso significativo di Benzoilecgonina, corrispondente alla cocaina dopo essere stata metabolizzata dal corpo umano. Anche dopo cicli intensivi di depurazione dei campioni esaminati, le tracce di droga restavano presenti nell’acqua: indice, questo, di un rischio anche minimo per i cittadini.
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Non la pensa così la Sanità Pubblica, che replica agli allarmisti: “Non c’è nessun pericolo, perché la quantità trovata non è sufficiente a causare danni alla salute”, eppure la paura non cessa di proliferare tra i cittadini inglesi. A condurre l’esperimento è stato il Drinking Water Inspectorate (Ispettorato dell’acqua potabile), che è stato incaricato di analizzare le acque inglesi in cerca dei fattori di rischio per la cittadinanza ed ha successivamente pubblicato sul quotidiano “The Independent” gli esiti della ricerca. Oltre alla cocaina, nei campioni selezionati dall’acqua potabile sono state trovate anche tracce di caffeina ed ibuprofene.
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Quest’ultimo elemento è il principio attivo utilizzato negli antidolorifici, indice anche questo di un alto consumo di caffé e farmaci per l’automedicazione. Allo stesso modo, resta sconcertante quanto risultato dalle analisi delle acque inglesi: la cittadinanza fa un uso così smodato della cocaina, che addirittura i ricercatori non sono riusciti ad eliminarne i residui. Eppure, il Regno Unito sembra presentarsi sempre fedele a rigidi codici: l’insospettabile Paese ha probabilmente mostrato la sua vera natura.