Torino – Amianto nelle pareti, nei pavimenti, nell’ex-biblioteca e nel forno dedicato alla cottura delle ceramiche. E’ questa la condizione nella quale una docente della scuola media cittadina “Vivaldi” si è ammalata di mesotelioma pleurico: la neoplasia che l’ha condotta alla morte. Questa malattia è causata proprio dall’asbesto, meglio conosciuto come amianto, aggregato di minerali che la natura ci offre molto comunemente e per questo utilizzato per alcuni decenni fino agli anni ’80 nell’edilizia. Ritrovare questo materiale ancora nelle scuole e, soprattutto, in così grandi quantità è allucinante per chi ne conosce le vere potenzialità.
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La donna in questione, arrivata alla pensione dopo anni ed anni di esposizione all’amianto, si è ammalata nel 2007 ed è deceduta per il mesotelioma solo l’anno successivo. Infatti, le polveri di questo aggregato di minerali contengono fibre che, una volta entrate nel sistema respiratorio del soggetto, ne aumentano il rischio di contrarre patologie gravi e dolorose. Il peggiore aspetto di questa vicenda è che non esiste una soglia di esposizione all’asbesto che renda il soggetto immune alle pericolosità di questo materiale. Dunque, nel caso della docente sulla morte delle quale si sono chiuse le indagini proprio oggi, il lungo periodo di esposizione all’amianto ha solo acuito quello che era fin da subito un rischio possibile.
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Le indagini sul caso hanno portato a 4 funzionari del comune di Torino e 3 appartenenti alla scuola media Vivaldi. La gravità dell’episodio è palese, soprattutto perché con quanto scoperto durante l’investigazione la struttura scolastica non è più adatta ad ospitare studenti ed insegnanti che potrebbero già essere compromessi. Altri casi di decessi per mesotelioma accaduti a Torino sono stati portati all’attenzione del Tribunale: una docente di scuola materna è morta per questa patologia a causa dell’amianto contenuto nelle tubature ed in altre patri della struttura di ben due istituti della città.