Movimento 5 stelle – In un paese normale il segretario di un “partito politico” che perde tre milioni di voti, dovrebbe perlomeno dimettersi e affidare la guida del movimento a persona più capace. Questo ovviamente non si verificherà perché questa fazione politica manca dei normali processi dialettici interni e chi lo guida è fondamentalmente, un antidemocratico. Le sue urla, le invettive, i toni fuori dalle righe, l’atteggiamento sempre altezzoso di chi crede di avere ragione, di essere duro e puro e di avere la verità in tasca, hanno provocato una fuga di consensi molto elevato. Che cosa significano, infatti, le affermazioni sulle lupare bianche, i processi mediatici a tutti i politici, sulla morte della classe politica nel suo insieme, sullo spazzare via tutto il sistema, sullo sterminio di chi non la penserebbe come lui? Non si approccia così la campagna elettorale, e se anche avesse avuto numerose argomentazioni a suo favore sull’inettitudine e incapacità collusa di larga parte della classe politica, si è trattato di toni che hanno spaventato e annullato i contenuti di cui si é fatto portatore. E’, infatti innegabile che l’Europa così com’è gestita e funziona è lontana anni luce dall’idea che ne hanno avuto i padri fondatori, ma andare sui palchi e fare spettacolo a metà tra il serio e il faceto e monologare per ore non paga. Sicuramente, il movimento 5 stelle è un fenomeno socio – politico importante, che catalizza e incanala il disagio di una larga fetta della popolazione italiana (soprattutto giovanile), che chiede un cambiamento radicale del modo di far politica, di affrontare i gravi problemi in cui si dibatte il paese e l’Europa, di cambiare i paradigmi economici che guidano i sistemi istituzionali nazionali e internazionali, ma se veicoli determinati significati con un sistema comunicativo sbagliato, il contenuto non giunge e non si sedimenta nelle coscienze nelle forme corrette e non si trasformerà in consenso. Il medium è il messaggio. Solo se il movimento (ma soprattutto chi lo guida) capirà l’importanza della mediazione politica, della necessità di stabilire un rapporto dialettico con le altre forze in campo e innesterà un serio processo democratico interno, che preveda un normale dissenso, potrà sopravvivere, trasformarsi in un soggetto istituzionale importante e incidere fortemente con i propri valori e contenuti, nella vita politica italiana e internazionale
Al contrario il Partito Democratico ha adottato una strategia vincente: mai toni fuori dalle righe, sobrietà, azioni concrete a favore dei più deboli, un’azione di governo incisiva che, pur tra difficoltà e ostacoli, sta producendo importanti effetti. Il risultato elettorale è infatti straordinario (40,8 %) e nessun osservatore politico ne aveva pronosticato l’esito. Il PD ha travalicato la tradizionale area di consensi e ha catalizzato voti anche da altre formazioni politiche. Questo risultato rafforza l’azione del governo che sente, così di poter contare su un forte consenso sociale e proseguire sulla strada delle riforme sociali ed economiche necessarie per portare il paese fuori dalla crisi. Soprattutto è il messaggio verso l’Europa che cambierà, rafforzando l’azione politica a favore di una agenda d’intenti diversa e socialmente orientata, che deve cambiare radicalmente l’azione di governo e i processi politici e macro economici.
Devastata la destra Italiana che perde consensi in maniera massiccia. L’appannamento della leadership di Berlusconi e la frammentazione politica del polo conservatore hanno accentuato la crisi di questa fondamentale parte politica necessaria ad una normale dialettica del nostro sistema istituzionale. Forte dovrà essere la riflessione che i leader dovranno avviare per ridare slancio e progettualità alla destra italiana eliminando la frammentazione e coalizzandosi intorno ad una figura nuova, pulita, onesta e politicamente presentabile.
Molto preoccupante la vittoria di Marie Le Pen in Francia che diventa primo partito. Si tratta di una segnale pericoloso che dovrebbe far riflettere gli Euro Burocrati che hanno gestito malissimo l’unione, dando soldi alle banche private (4,8 trilioni), godendo di sprechi, lussi e privilegi insopportabili per gli euro burocrati e i parlamentari, e soprattutto imponendo un’austerità assurda per far pagare le speculazioni finanziarie alla popolazione europee che ha avuto l’unico risultato l’accentuarsi della crisi economica in un processo pro ciclico assurdo e l’avvantaggiarsi della sola Germania. Il progetto europeo va rivisto dalle fondamenta e realizzato nella sua pienezza attraverso un’unione politica vera, solidale sia dal punto di vista sociale che economica pena la crescita delle formazione xenofobe e razziste che nulla di buono possono creare per il benessere e la felicità del continente europeo favorendone la disgregazione il ritorno agli egoismi nazionali. Spero che lo capiscano.