Expo, è fame di stipendi. La protesta 2.0 dei giovani

Campagna contro Expo

 

“Sarà un anno felix“, ha promesso il Premier Matteo Renzi nel corso di un convegno dedicato alla promozione, anzi all’ osannazione dell’ evento più atteso di questo 2015 italiano: l’ Expo di Milano. A partire dal Primo Maggio sino agli ultimi giorni di ottobre Milano diventerà la capitale ideale di cultura, arte, lotta alla malnutrizione. In un Mondo così nettamente contrapposto – l’ Occidente spreca il cibo mentre nel Terzo Mondo si muore letteralmente di fame – l’ Expo si pone come boa ideale intorno alla quale le grandi potenze globali faranno il classico giro, tentando di porre rimedio ad un problema tanto antico quanto spinoso.
L’ Expo milanese è stata anche – almeno sulla carta – una lauta opportunità di lavoro per i giovani, impiegati nell’ allestimento, nell’ accoglienza, nella promozione di questo grande “baraccone”. Tutti felici? In realtà c’ è un “ma” grande quanto un padiglione: dietro a tutto questo “scintillio” e al momento “felix” tanto decantato dal nostro Presidente del Consiglio, c’è una piccola ma significativa parentesi da aprire: sono quasi 18mila le persone che hanno prestato i propri servigi alla causa dell’ Expo…gratis.
La denuncia viaggia, come sempre, sulla rete: gli “squattrinati indignati” provenienti da ogni parte dello Stivale che dagli organizzatori dell’ Expo hanno visto recapitarsi i classici buoni pasto come “rimborso” per il proprio incessante lavoro, hanno deciso di far sentire la propria voce. Com’ è possibile ricorrere a tanta mano d’ opera senza che questa riceva una seppur minima retribuzione? I giovani non ci stanno e lanciano una massiccia controffensiva sul web, anch’ essa contrassegnata dall’ oramai onnipresente hashtag #IoNonLavoroGratisPerExpo. Volti sorridenti, nonostante la comprensibile arrabbiatura provata a seguito di quello che potremmo definire vero e proprio sfruttamento del lavoro, quelli immortalati negli scatti diventati oramai virali in rete; volti che campeggiano fieri sui principali social network (la pagina ufficiale Facebook dedicata all’ argomento vanta già oltre 3mila “mi piace”), che hanno trovato nelle scorse ore un sostenitore d’ eccezione, ovvero il noto rapper italiano Frankie Hi-Nrg. L’ artista, scusandosi ufficialmente con la giovane “manovalanza” dell’ Expo sempre tramite i social, ha chiesto agli organizzatori di essere rimosso dall’ elenco degli “ambasciatori” della manifestazione. Il rapper motiva così il suo dietrofront. “La direzione che ha preso Expo è diversa da quella che (ingenuamente) avrei sperato, con reali tavoli di dibattito e non solo stand ultracostosi. Il fatto che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente (ricevendo in cambio il privilegio di aver fatto un’esperienza…) a fronte del muro di miliardi che l’operazione genera è una cosa indegna per un Paese che parla di impulso alla crescita”. Parole dure, ben lontane dal clima “felix” auspicato da Matteo Renzi. Le voci sinora inascoltate di questi giovani “spremuti” dall’ Expo si uniscono a quelle di coloro che si rifiutano di lavorare il Primo Maggio al Teatro alla Scala, giorno in cui è prevista la messa in scena della “Turandot” di Puccini, per inaugurare un evento che prevederà, nel capoluogo lombardo, una massiccia presenza di turisti, soprattutto cinesi. Chi vincerà all’ alba, parafrasando il “Nessun dorma”? 

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