Napoli, notte in ospedale accanto a finestra rotta: morto 35enne

Napoli

NAPOLI – Caso di malasanità nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Ernesto Biancolino, 35 anni, ricoverato con una diagnosi di influenza e principio di bronchite, muore 48 ore dopo con i polmoni irrimediabilmente compromessi. I genitori dell’uomo, sposato e padre di un bambino, chiedono giustizia e ammettono che Ernesto sarebbe morto dopo essere stato lasciato un’intera notte nel corridoio dell’ospedale di Napoli su una barella e accanto ad una finestra rotta.

Il condizionatore era guasto ed emetteva aria fredda, mentre la finestra era chiusa con del cartone e l’aria era fredda e umida. I genitori hanno denunciato l’accaduto e i loro stessi avvocati hanno ammesso: “Quando abbiamo visto la denuncia ci siamo sentiti gelare il sangue nelle vene. I genitori hanno girato anche delle immagini con il telefono cellulare, consegnate agli inquirenti”. Gli agenti del Commissariato San Carlo Arena hanno sequestrato la cartella clinica di Ernesto mentre la salma è stata trasferita all’obitorio del Policlinico Federico II di Napoli in attesa della decisione della magistratura riguardo l’autopsia chiesta dai legali della famiglia.

Tutto ha inizio il giorno 2 febbraio quando il 35enne Ernesto Biancolino si era dal suo medico di base accusando dolori su tutto il corpo. Aveva l’influenza e gli era stato prescritto un antibiotico e altri farmaci. Nel pomeriggio la situazione si è ulteriormente aggravata, tanto da costringere il padre Vincenzo ad accompagnarlo all’ospedale S. Giovanni Bosco a Napoli. I medici, dopo aver effettuato una radiografia e altri esami, hanno notato la presenza di una leggera forma di bronchite e gli hanno consigliato il ricovero solo per la presenza di alcuni valori fuori norma. Ernesto ha rifiutato ma in serata la situazione è peggiorata ulteriormente tanto da costringere i genitori a chiamare un’ambulanza. Una volta ritornato in ospedale, secondo quanto denunciato dai genitori, ha trascorso un’intera notte su una barella accanto a una finestra rotta.

Il giorno successivo, solo dopo l’intervento della polizia chiamata dai familiari, è stato spostato dietro una parete divisoria. “Aveva un braccio congelato”, sono state le parole dei genitori verso gli agenti. Ernesto è stato trasferito il 4 febbraio in rianimazione ed è deceduto la mattina del giorno seguente. I medici avevano riscontrato delle “gravissime complicazioni” e i polmoni erano “irrimediabilmente compromessi”. 

Finestra rotta