Comunione negata a bimbo autistico. Il prete: “Non è idoneo”

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Venezia – Negare la Prima Comunione ad un bambino perchè affetto da autismo. L’insolito fatto è accaduto in una parrocchia nella provincia di Venezia. Il bimbo, dopo aver regolarmente e senza apparenti problemi frequentato il percorso di catechesi previsto per arrivare a ricevere la Comunione, si è visto negare il diritto a tale sacramento perchè ritenuto dal sacerdote che ne aveva seguito il “cammino spirituale” non idoneo. Sconvolta la famiglia del ragazzino, che ha ripetutamente chiesto spiegazioni al parroco, senza però ottenere una risposta esauriente.

IL PRECEDENTE. La madre del bimbo autistico non si è arresa all’evidenza ed ha chiesto ed ottenuto il permesso da un’altra parrocchia di poter accogliere il proprio figlio, che riceverà la Prima Comunione alla fine di aprile. Un episodio che ha sconcertato l’opinione pubblica, quello avvenuto nella provincia veneziana, ma che vanta almeno un altro “illustre” precedente. Nel 2012 a Ferrara don Piergiorgio Zaghi aveva negato la Comunione ad un bambino disabile, perchè ritenuto dal prete incapace di intendere e volere. La Chiesa, che dovrebbe unire il ricco e il povero, l’intelligente e lo stolto, il “sano” ed il “malato” sotto il segno del Signore predicando l’uguaglianza ed il reciproco rispetto, si trova invece a fare i conti con le distinzioni sociali, decidendo spesso di arrendersi alle logiche dell’incomprensione piuttosto che alle leggi dell’amore.
La vicenda di Venezia, che ha fatto tuonare le famiglie dei ragazzini meno fortunati ma non solo, pare però non lasciare tutti basiti. L’editorialista de La Stampa Gianluca Nicoletti ha così commentato la vicenda della Comunione negata in Veneto: “Posso dire con tranquillità che non provo particolare senso d’indignazione per quello che ho letto – ha dichiarato il noto giornalista in un suo editoriale per il quotidiano torinese – Per le questioni di fede spetta  alle persone preposte dalla gerarchia che amministra il culto prendere decisioni in merito ai comportamenti dei fedeli. Sono dell’ idea che se il parroco non ha riscontrato che il ragazzo fosse pronto alla Prima Comunione, ha correttamente consigliato alla famiglia di rimandare. Dove sarebbe lo scandalo?“.
La Chiesa, intanto, tace. Sarebbe interessante conoscere l’opinione del Pontefice, da sempre sensibile alla discriminazione delle categorie più deboli, che di certo non tarderà ad arrivare. 

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