Giornata storica per Stati Uniti e Cuba. Il presidente americano Barack Obama e quello cubano Raul Castro si sono incontrati faccia a faccia dopo 50 anni in una saletta a Panama City a margine del vertice delle Americhe. “Era tempo che si tentasse qualcosa di nuovo, possiamo avanzare sul sentiero verso il futuro. Con il tempo, è possibile per noi voltare pagina e sviluppare una nuova relazione tra i nostri due Paesi”, ha detto Obama. “Sono pronto a parlare di tutto”, ha risposto il fratello di Fidel Castro invitando comunque alla pazienza.
La rimozione dell’Avana dalla lista Usa dei Paesi che appoggiano il terrorismo, in cui è stata inserita nel 1982, sembra essere vicina ma “nessuna decisione è stata ancora presa, non ho ancora esaminato la raccomandazione (in questo senso) del Dipartimento di Stato”, ha detto poi Obama in conferenza stampa. In seguito ha precisato: “Cuba non è una minaccia per gli Usa e la guerra fredda è finita da tempo, non sono interessato a combattere battaglie iniziate prima che nascessi. Potrei darvi una lista di quelle che credo siano minacce”, ha detto Obama, ricordando “l’Isis, la minaccia delle armi nucleari in Iran, le attività nello Yemen, Libia, Boko Haram, l’aggressione russa in Ucraina..”.
Raul Castro ha precisato: “Non bisogna farsi illusioni, tra noi ci sono molte differenze. Quella dei nostri paesi è stata una storia complicata”, definendo comunque Obama come “onesto e umile” e “non responsabile per i 10 presidenti che lo hanno preceduto” tanto che il presidente Usa si definisce “ottimista” assicurando che continueranno a fare progressi. “Questo – ha aggiunto – è stato un punto di svolta non solo nelle relazioni tra Usa e Cuba ma per i rapporti tra i Paesi nella regione”. Il presidente è convinto che sia presente “una forte maggioranza” che sta sostenendo il processo di normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Usa e Cuba.