Italicum all’ultimo ostacolo: tutto sulla legge elettorale

Italicum

L’approvazione definitiva della nuova legge elettorale è a un passo. Il Senato ha già dato il proprio via libera e, nel valzer del bicameralismo perfetto all’italiana, la palla è tornata alla Camera che si appresta a calciare il rigore decisivo. Tuttavia, proprio dove il Partito Democratico gode della maggioranza assoluta aleggia il rischio di un voto sfavorevole all’Italicum. Le opposizioni e la minoranza democratica non ci stanno e invocano modifiche al testo, ma il governo tira dritto. Il testo base è già stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera e lunedì approderà in aula per le ultime letture. Forza Italia minaccia di chiedere il voto segreto, mentre il premier Renzi deciderà solo martedì se porre la questione di fiducia, ricordando che “se l’Italicum non passa il governo cade”.  Ma, entrando nel merito, quali sono le caratteristiche dell’Italicum?

Il cuore della legge elettorale ruota intorno ad una soglia: il 40%. Nel caso in cui un partito riesca a raggiungere il 40% dei voti, otterrà un premio di maggioranza. Questo premio porterà il partito ad occupare il 55% dei seggi della Camera (340 seggi), in modo da garantire la maggioranza assoluta. Se invece nessun partito raggiungesse la soglia del 40%? In questo caso si accederebbe ad un secondo turno: un ballottaggio tra i due partiti che hanno ricevuto più voti. Al vincitore di questo ballottaggio verranno assegnati il 55% dei seggi, sempre secondo il medesimo scopo: garantire ad un partito la maggioranza assoluta (e quindi governabilità).
Più correttamente, non si dovrebbe parlare di partiti ma di liste. Infatti, una lista può essere composta da uno o più partiti, ma ciascuna lista ha un solo leader, un solo programma elettorale, un solo simbolo e forma un solo gruppo parlamentare. Insomma, si riduce il rischio di rotture nella maggioranza: mai più larghe intese, mai più coalizioni.

In secondo luogo, il territorio italiano viene diviso in 100 collegi, in ciascun dei quali i partiti presentano delle proprie liste. Il capolista è bloccato, cioè nominato direttamente dagli organi del partito. Invece, saranno gli elettori a scegliere i restanti deputati che andranno a occupare i seggi di Montecitorio attraverso il metodo delle preferenze. Con un esempio concreto: se un partito ottiene in un collegio 10 seggi, 1 viene assegnato al capolista (ed è pertanto scelto dal partito), gli altri sono quelli che hanno ricevuto più preferenze dagli elettori. Gli elettori potranno segnare sulla scheda elettorale due preferenze con alternanza di genere: si potrà segnalare il nome di un candidato e il nome di una candidata, non i nomi di due candidati dello stesso sesso. Inoltre, esiste un’unica soglia di sbarramento e quindi la questione è semplice: potranno accedere alla ripartizione dei seggi tutte le liste che supereranno il 3% dei voti.

Infine, è prevista una clausola per evitare un ritorno anticipato alle urne: la nuova legge elettorale entrerà in vigore dal primo luglio 2016 e si applicherà esclusivamente alla Camera dei Deputati. L’Italicum rientra in un “pacchetto” di riforme costituzionali che porteranno al superamento del bicameralismo perfetto: infatti, entro il 2016 il Parlamento dovrebbe approvare la Riforma del Senato, che verrà depotenziato e che non sarà più elettivo.