Elezioni Regionali: come si vota e legge elettorale in ogni regione

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Il 31 maggio circa 17 milioni di italiani sono chiamati alle urne per eleggere i nuovi consigli regionali. Le elezioni regionali si svolgeranno in 7 regioni a statuto ordinario: Toscana, Liguria, Puglia, Marche, Campania, Veneto ed Umbria. Come si vota? Sulla scheda elettorale di colore verde l’elettore può esprimere due voti: uno per un candidato presidente ed uno per una lista di candidati tra cui eleggere un membro del Consiglio Regionale. L’elettore può decidere di esprimere solo un voto per un candidato presidente. Invece, se l’elettore esprime solo un voto per una lista, questo voto vale anche per il candidato presidente di quella stessa lista. È ammesso il voto disgiunto: l’elettore può votare il Presidente di una lista e i membri del Consiglio Regionale di un’altra lista.
In secondo luogo, le regioni non hanno lo stesso sistema elettorale. L’impianto di base è la legge Tatarella, ideata dall’omonimo parlamentare per  dare una spinta maggioritario e presidenziale al sistema di governo regionale in Italia. Tuttavia, le revisioni costituzionali del 1999 e del 2001 hanno dato alle singole regioni la possibilità di modificare la propria normativa elettorale. Analizziamole una per una.

ELEZIONI REGIONALI: CANDIDATI E SONDAGGI. GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

TOSCANA – Il caso più importante è rappresentato dalla Toscana, dove nel 2004 è stata abrogata la legge Tatarella e l’11 settembre 2014 è stata approvata una nuova legge elettorale. Quali sono le caratteristiche principali? La nuova legge prevede un doppio turno: nel caso in cui nessun candidato raggiunga il 40% delle preferenze, si andrà al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In secondo luogo, sono state reintrodotte le preferenze: gli elettori potranno esprimere una o due preferenze tra i nomi già presenti sul listino. Quindi, verranno eletti in Consiglio Regionali i candidati che avranno ricevuto più preferenze. E’ comunque presente un listino regionale bloccato con candidati scelti dai partiti. E’ importante sottolineare come sia garantita la parità di genere: quindi, se la prima preferenza è per un candidato uomo, la seconda dovrà essere espressa per una candidata donna (o viceversa). Inoltre, è presente un premio di maggioranza per garantire governabilità: se il presidente eletto ha ottenuto almeno il 45% dei voti avrà il 60% dei seggi; se ha raccolto tra il 40% e il 45% dei voti avrà il 57,5% dei seggi. Se non raggiunge il 40% dei voti, come detto prima, si andrà al ballottaggio. Infine, sono previsti sbarramenti: 10% per le coalizioni di partito,  5% per le liste non coalizzate  e 3% per le liste all’interno di coalizioni.

VENETO – In Veneto ci sono state importante modifiche alla legge elettorale del 2010. Non è previsto un ballottaggio: vince il candidato che prende più voti. Basta un solo voto in più degli avversari per essere eletti governatori del Veneto. Naturalmente è previsto un premio di maggioranza: se la coalizione raggiunge almeno il 50% dei voti avrà il 60% dei seggi; se raggiunge un numero di voti compreso tra il 50% e il 40% avrà il 57,5% dei seggi; se ha ottenuto meno del 40% dei voti, avrà il 55% dei seggi. Sono previste le preferenze: gli elettori potranno indicare sulla scheda elettorale sia per il Presidente sia per i membri del Consiglio Regionale. La soglia di sbarramento è fissata al 5% per tutte le coalizioni.

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