Meta di Sorrento – “Questo libro è dedicato a coloro che quella notte sono stati colpiti negli affetti più cari. A loro è dovuta la verità, prima che a chiunque altro”. Non riesce proprio a rimanere dietro le quinte l’ex Comandante della Costa Concordia Francesco Schettino reo di aver causato, con la sua condotta inappropriata e per certi versi vigliacca, il naufragio della tristemente nota nave da crociera costato la vita a 32 persone, tra passeggeri e personale di bordo. Una dedica, quella trascritta sull’opera prima di Schettino, destinata a far discutere a prescindere dalla lettura del volume che il principale colpevole del naufragio ha scritto a 4 mani con la giornalista Vittoriana Abate: un libro nel quale l’ex Capitano racconta quella che non vuole essere la “sua” versione dei fatti che ha portato al tragico naufragio del 13 gennaio 2012.
INGIUSTAMENTE ACCUSATO. Schettino ha presentato il suo volume – dall’epico titolo “Le verità sommerse” – nella sua Meta di Sorrento, dapprima alla presenza di un pubblico composto da amici, colleghi e supporter dell’ex Capitano della Concordia e assolutamente “off limits” per la stampa. “Questo appuntamento è stato richiesto dal Comandante Schettino per confrontarsi con i colleghi, i giornalisti non sono ammessi”, ha spiegato Michele Miccio, collega di Schettino e Presidente della Casina dei Capitani di Meta, location scelta per l’evento.
A questa prima “consultazione privata” con i suoi ex colleghi, è seguita una pubblica presentazione de “Le verità sommerse” presso il lido Marinella: un’anteprima nazionale per il volume di Schettino, che si è prestato non solo ad autografare le copie del suo libro, ma ha voluto anche spiegare esplicitamente qual è l’intento che il suo testo d’inchiesta vuole raggiungere. “Alcuni capitoli del libro sono stati inviati a esperti del settore che hanno condiviso la mia disamina dell’incidente e delle cause che purtroppo lo hanno determinato – ha premesso Schettino, che da sempre rivendica la legittimità dei comportamenti da egli assunti in quella notte disperata – In coscienza rifarei tutto quello che ho fatto“.
Una ricerca prettamente giornalistica, dunque, e non una verità romanzata dallo stesso Schettino quella riportata nelle 600 pagine del volume in vendita nelle principali librerie da almeno un paio di giorni. Nonostante le rassicurazioni da parte del diretto interessato, la scelta di “speculare” sulle vite stroncate di 32 innocenti ha sdegnato non solo i familiari delle vittime, ma un intero Paese, choccato dalla sopracitata dedica che suona quasi come una sberla in faccia ai familiari delle 32 anime perse nel relitto del “Titanic italiano”.