L’Istat rivede in rialzo le variazioni percentuali del Prodotto Interno Lordo italiano nei primi due trimestri del 2015: nei primi tre mesi il Pil è aumentato dello 0,4% e non dello 0,3%, mentre nel secondo periodo il Pil passa dal +0,2% al +0,3%. L’Italia cresce un po’ di più: in entrambi i trimestri il rialzo è solo di un punto decimale, ma questo aumento può risultare significativo. Infatti, il Governo aveva stimato una crescita pari allo 0,7% per il 2015 e ora l’obiettivo è più facilmente raggiungibile.
“Ci siamo”, twitta il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Infatti la crescita acquisita per il 2015 è pari a 0,6%: ipotizzando una stagnazione negli ultimi due periodi (cioè che non succeda niente e non ci sia nessuna ulteriore variazione), rimane quella consolidata nei primi due trimestri, pari appunto allo 0,6%. Lo spiega lo stesso Padoan: “Crescita economica acquisita per 2015 = 0,6%, già vicina a nostra stima per l’anno (+0,7%)”. Anzi, ipotizzando una crescita dello 0,3% negli ultimi due trimestri, si arriverebbe ad un aumento del Pil dello 0,8%. Questo consentirebbe al premier Renzi di richiedere ulteriore flessibilità alle istituzioni europee. Il tutto per uno scopo chiaro: finanziare l’abolizione della tassa sulla prima casa.
Il Presidente del Consiglio commenta così i dati positivi sul lavoro e sulla crescita: “Dimostrano che non siamo alla maglia rosa, ma siamo tornati nel gruppo dei Paesi di testa Ue grazie alle riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo. Ma non mi accontento: io voglio che l’Italia torni alla guida dell’Europa”. Più scettica la posizione di Confindustria e sindacati: secondo Giorgio Squinzi tutto questo “non basta” e soprattutto “non è merito del Paese ma di fattori esterni“.