Il premier Matteo Renzi interviene a Porta a Porta per un dibattito sulle questioni economiche, le tasse, il rilancio dell’Italia meridionale, il deficit e soprattutto sulle pensioni. Alla domanda se sia possibile o meno andare in pensione prima della scadenza, senza costare nulla allo Stato, il premier risponde che ci stanno già lavorando e aggiunge che si può annunciare qualcosa sulle pensioni solo quando si è sicuri di farla. Ancora niente certezze quindi, anche se Renzi assicura che entro qualche mese metterà in discussione le regole imposte dalla legge Fornero sulla previdenza sociale. Renzi afferma: “Oggettivamente dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole smettere di lavorare un po’ prima rinunciando a un pezzo di pensione possa farlo”.
Il premier tuttavia sembra più sicuro di sé sulla questione della tassazione degli immobili. La minoranza del partito ha criticato più volte l’ipotesi di abolire Imu e Tasi, ma Renzi difende le sue idee a spada tratta e annuncia che il 16 dicembre gli italiani pagheranno per l’ultima volta le tasse per la prima casa. Alcuni ministri del Pd commentano il favore ai ricchi, ma il premier ribatte imperterrito: “Chi si è spezzato la schiena 30 anni per pagare un mutuo è giusto che non paghi. I veri ricchi sono quelli che hanno una seconda o una terza casa, e loro saranno ancora tassati”.
Il provvedimento verrà probabilmente inserito nella legge di stabilità. Per rimediare a eventuali proteste da parte dei sindaci, che grazie alle tasse sugli immobili riempiono le loro casse, Renzi assicura: “Quello che togliamo ai Comuni col taglio di Imu e Tasi lo restituiremo paro-paro sotto forma di assegno. Su questo mi impegno, assolutamente”. Il premier puntualizza inoltre che entro il 2017 taglierà anche le tasse sul reddito d’impresa, l’Ires, e nel 2018 l’Irpef.
La priorità del governo ora è quella di superare lo scoglio della riforma del Senato. Il tempo a disposizione non è molto e una mediazione con la sinistra è difficile, oltretutto Renzi non si mostra aperto a eventuali concessioni e afferma risoluto: “Il punto delicato è sulle competenze tolte al Senato su richiesta di una parte del mio partito e che adesso vogliono reintrodurre. Si mettano d’accordo, li chiamiamo a un confronto all’americana ed entro il 15 ottobre risolviamo la partita. Poi saranno gli italiani a dire sì o no col referendum”.