“Questa città, come molte altre, conosce il sogno della Libertà. Le persone del Mondo devono guardare Berlino, dove il muro è caduto e dove la storia ha provato che non c’è una sfida che non si può combattere per il Mondo unito”.
Il 9 novembre di ventisei anni fa, le autorità della Germania Est aprivano i cancelli lungo il Muro di Berlino, permettendo l’accesso a centinaia di persone esultanti.
Il muro era stato costruito nell’agosto del 1961 in seguito alla decisione della Repubblica Democratica Tedesca di dividere, con un barriera altra circa tre metri, la capitale Berlino Est, con la capitale della Repubblica Federale di Germania Berlino Ovest.
La conferenza stampa che annunciò la possibilità di muoversi dalla capitale Est a quella Ovest fu piuttosto confusa. Il ministro della Propaganda della Repubblica Democratica Tedesca, Günter Schabowski, annunciò erroneamente le concessioni del Governo. Il ministro tedesco si spiegò male: la decisione sarebbe infatti diventata ordine esecutivo nel giro di qualche giorno e non immediatamente. Tale confusione portò migliaia di persone a riversarsi per le strade di Berlino, quella notte del 1989, per ricongiungersi a parenti e amici che si trovavano dall’altra parte, al fine di ritrovare la propria libertà.
Nei giorni seguenti iniziò lo smantellamento del Muro. Le immagini delle persone felici, del Muro abbattuto, della libertà ritrovata, fecero il giro del Mondo.
La caduta del “Muro della vergogna” segnò non solo la fine della divisione tra Germania Est e Germania Ovest, ma anche la fine della Guerra Fredda, che si sarebbe definitivamente conclusa due anni più tardi con il disfacimento dell’Unione Sovietica.
Il 9 novembre venne istituito, grazie alla legge n. 61 del 2005, il “Giorno della Libertà: la ricorrenza ufficiale dell’abbattimento del Muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”.