Usa 2016, scontro su rifugiati e Stato Islamico dopo Parigi

Scontro su rifugiati e Stato Islamico in Usa

STATI UNITI – Gli attentati di Parigi hanno fatto prepotentemente irruzione nella corsa alla campagna elettorale Usa 2016 e domina il dibattito dei democratici, trasmesso quasi 24 ore dopo la terribile strage in Francia. Dopo le preghiere, il raccoglimento e la veglia, è arrivato il momento di polemiche e critiche contro la presunta debolezza dell’amministrazione Obama e di un forte scontro sulla questione dei rifugiati e della lotta allo Stato Islamico.

“Bisogna agire” – ha insistito John Kasich, governatore dell’Ohio. Durante un incontro a Beaumont, in Texas, il candidato repubblicano Donald Trump ha ribadito le critiche contro la legislazione francese a proposito delle armi da fuoco e ha assicurato: “Se le vittime avessero avuto un’arma, la situazione sarebbe stata molto diversa”. Proprio come Bobby Jindal, governatore della Louisiana, o il senatore del Kentucky Rand Paul, Trump ha definito “insensato” che gli Stati Uniti accolgano rifugiati siriani in seguito ai terribili attentati di Parigi. Il numero di rifugiati siriani arrivati negli Stati Uniti finora è molto ridotto, meno di 2mila, considerata la lunga procedura di ammissione per ragioni di sicurezza.

I toni però sono stati molto diversi in occasione del dibattito dei democratici a Des Moines, in Iowa, cominciato con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime. Bernie Sanders, senatore del Vermont, e l’ex governatore del Maryland Martin O’Malley si sono battuti per l’accoglienza di un maggior numero di rifugiati. “Gli Stati Uniti devono prendersi la loro parte in questa crisi” – hanno affermato. L’ex segretaria di Stato Hillary Clinton, grande favorita della serie di scrutini che avrà inizio il 1 febbraio, ha dichiarato che le preghiere non bastano. “Lo Stato Islamico non può essere contenuto, dev’essere distrutto” – con questa breve e tagliente sentenza la Clinton ha “corretto” il presidente Barack Obama.