L’utilizzo degli antibiotici si è rivelata una vera scoperta in campo medico. Come per qualsiasi altra “novità” però, negli ultimi anni se ne fa un uso sempre più sconsiderato, e non solo nelle strutture sanitarie. Questo causa un problema non indifferente, che mette in allarme i responsabili della sanità che descrivono il fenomeno come una vera e propria “catastrofe sanitaria”. L’uso eccessivo e prolungato di antibiotici aiuta i batteri a diventare “resistenti” alle cure normali. Sono chiamati così proprio perché gli antibiotici stessi non riescono a debellarli, il che li rende molto pericolosi per la salute dell’individuo e per la società stessa. “Ci sono ormai, in particolare in ospedale, infezioni sostenute da germi multiresistenti ovvero praticamente resistenti a quasi tutti o, in alcuni casi, a tutti gli antibiotici potenzialmente attivi. È chiaro che in questi casi il controllo del processo infettivo diventa molto difficile”, ha affermato la dottoressa Paola Morelli, medico infettivologo dell’ospedale Humanitas.
Secondo i dati raccolti dal ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), il numero di pazienti che contraggono malattie causate da batteri resistenti è in aumento. Nel 2013, al di fuori delle strutture sanitarie, il consumo di antibiotici è stato di 22,4 dosi ogni 1.000 abitanti. Il Paese dove attualmente l’abuso di antibiotici è maggiore è la Grecia (34,6 dosi al giorno), mentre l’Olanda si colloca in fondo alla classifica (10,6 dosi). L’Italia con 28,6 dosi al giorno si colloca al quinto posto dopo Francia, Romania e Belgio. L’ECDC ha stimato che questo abuso, che genera appunto la nascita di batteri resistenti, causa circa 25 mila morti all’anno in Europa
Oggi, si celebra la Prima Giornata Mondiale degli Antibiotici e l’Ottava edizione della Giornata Europea, campagne di sensibilizzazione entrambe promosse dall’ECDC. Il motto è “Antibiotici, maneggiare con cura”. L’attenzione principale sarà appunto rivolta al crescente aumento di batteri resistenti, causato dall’abuso degli antibiotici. Dal 2010 al 2013, il livello di resistenza ai principali antibiotici è salito dal 15% al 21%, e si teme crescerà ancora. Altro punto chiave su cui si focalizza la giornata è fornire un’adeguata informazione alle persone sull’uso di questo medicinale. Molti infatti, ne abusano in maniera inconsapevole pensando che un farmaco che aiuta a combattere le infezioni non può causare danni all’organismo.
Queste le principali cause dell’insorgenza di batteri resistenti:
- Uso di antibiotici per malattie virali come l’influenza;
- Assunzione di antibiotici non prescritti dal medico;
- Interruzione della terapia antibiotica prima di quanto consigliato;
- Condivisione con altri individui di antibiotici senza aver consultato il medico;
- Somministrazione di antibiotici negli animali da allevamento per agevolarne la crescita.
Gli esperti temono che le conseguenze future che questo abuso potrebbe portare nell’ambito sanitario sia una vera e propria regressione medica. “Siamo pronti a pagare un prezzo così alto? Le persone soffrono, muoiono e noi siamo incapaci di curarle perché gli antibiotici non funzionano più – ha detto il commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis – I dati mostrano che laddove il consumo è maggiore, così è peggiore la situazione di farmacoresistenza”. E le preoccupazioni non vengono solo dai nostri medici ed esperti. Alexander Flemming, medico vissuto alla fine dell’800 che ha “scoperto” la penicillina, aveva affermato: “Non è affatto difficile rendere i batteri resistenti alla penicillina”.