Grazia a Jacqueline Sauvage, la donna che ha ucciso il marito-mostro

Lo scorso 3 dicembre la condanna a Sauvage è stata confermata a 10 anni di carcere. Da allora si è creata una vera e propria campagna di solidarietà. Sul sito “Change.org” sono state raccolte quasi 400mila firme a favore della donna e molti politici e uomini illustri francesi hanno chiesto ad Hollande di intervenire. La richiesta di grazia prevede anche una revisione della legge sulla legittima difesa. In Francia si prevede una proporzionalità e concomitanza di reazione ed azione, quindi non può essere applicata a Jacqueline che ha sparato al marito solo dopo essere stata picchiata e mentre lui era di spalle e disarmato.

Le 3 figlie, Sylvie, Carole e Fabienne si sono appellate direttamente ad Hollande per chiedere la grazia per Jacqueline. “Signor Presidente, nostra madre ha sofferto per tutti i lunghi anni del suo matrimonio, è stata vittima del potere di nostro padre, un uomo violento, dispotico, perverso e incestuoso” hanno scritto in una lettera. Le 3 donne erano state anche ricevute lo scorso 29 gennaio personalmente dal presidente che ha dichiarato di aver bisogno di alcuni giorni prima di prendere una decisione.

Ieri sera, il presidente francese ha infine deciso di concedere la grazia “parziale” a Jacqueline. Quella presidenziale consente solo la riduzione o la completa rimozione della condanna, ma non la sua cancellazione dal casellario giudiziario. La donna potrà infatti presentare una richiesta di libertà condizionata. Dopo aver trascorso quasi 3 anni di carcere, la Sauvage verrà rilasciata ad aprile.

I punti oscuri del caso sono però ancora molti. È stato reso noto che i vicini di casa erano a conoscenza delle continue violenze, ma perché non hanno mai parlato? Quando Jacqueline si presentava in ospedale con i segni di violenza domestica, perché non sono mai state chiamate le forze dell’ordine? E infine, sebbene Jacqueline abbia reagito dopo quasi mezzo secolo di maltrattamenti, è giusto concedere la grazie ad una “assassina”?