Uno studio ha provato la capacità degli infanti di percepire la rabbia altrui, sulla quale si baserebbe il loro apprendimento sociale. Se ne sono occupati gli scienziati dell’Istituto per l’apprendimento e le scienze cognitive (I-LABS) dell’Università di Washington, basandosi su un campione formato da 270 bambini di sesso diverso e circa 15 mesi d’età. Essi sono stati esposti a dei litigi tra adulti, come riporta il Developmental Psychology di questo mese, da cui è risultato un apprendimento sociale dovuto alla percezione molto intensa delle reazioni emotive degli adulti. In altre parole, durante un litigio la risposta rabbiosa viene elaborata dal bambino come se si trattasse di una minaccia imminente a sé e la sua risposta adattiva consiste nell’elaborazione di quest’esperienza per salvaguardarsi. “I bambini fanno giudizi affrettati sulla propensione degli adulti ad arrabbiarsi”, ha dichiarato l’autore e co-direttore di I-LABS, Andrew Meltzoff.
L’esperimento si è svolto utilizzando la tecnica del gioco, che a dispetto del senso comune ha un valore scientifico importante, essendo lo strumento principale con il quale osservare le interazioni sociali spontanee dei bambini e verificare il loro sviluppo socio-cognitivo. In questo caso, un primo ricercatore mostrava al bambino come giocare con alcuni giocattoli, dopodiché un secondo ricercatore interveniva a commentare le azioni del collega in modo neutrale, oppure con tono severo e di rimprovero. Quando i bambini stessi erano chiamati a riprodurre il gioco da protagonisti, coloro che avevano ascoltato la discussione neutrale hanno effettuato le stesse interazioni senza alcuna interferenza, mentre i bambini che avevano assistito a quello che per loro era stato percepito come un litigio, erano restii a riprodurre le stesse azioni del primo sperimentatore. Verificata questa forma di apprendimento sociale, i ricercatori si sono poi chiesti se esso persista nel comportamento del bambino a lungo termine o se si tratti di una reazione situazionale. Forniti dei nuovi giocattoli con cui interagire, i bambini testimoni della reazione rabbiosa hanno conservato il loro modus operandi, rifiutandosi di riprodurre la modalità di gioco del primo sperimentatore, mentre quelli dell’altro gruppo hanno svolto l’attività come in precedenza.
La capacità di intuire gli stati mentali altrui è stata già oggetto di studio nella letteratura classica, per quanto riguarda la Teoria della Mente, definita come l’intuizione del tutto spontanea che farebbe la propria comparsa ufficiale nello sviluppo dell’essere umano a partire dai 4 anni d’età. Tuttavia, essa si riferisce molto in generale alla cognizione di un punto di vista (in senso letterale) altro da sé, dunque di una serie di stati mentali tra i più svariati. Lo studio considerato, invece, riguarda prettamente la percezione di un atteggiamento ostile proveniente dagli adulti, dalla quale si svilupperebbe in bambini piccolissimi l’istinto di stornare l’ira altrui e preservare la propria integrità. “Essi faranno tutto il possibile per evitare di essere il bersaglio della rabbia”, ha dichiarato l’autrice Betty Repacholi, che aggiunge: “Si tratta di una risposta adattiva intelligente. A quest’età così precoce hanno già elaborato un modo per tenersi in vita.”