Intervista ad Enrico Iviglia, il tenore di Asti che ha incantato l’Italia

Enrico Iviglia

Pochi, se non pochissimi nascono con il dono che ha avuto Enrico Iviglia. La sua è considerata una delle voci più uniche e particolareggiate del panorama lirico italiano. Diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio di Torino, Enrico è ad oggi un cantante professionista che ha la strada spianata per la ribalta, e non solo musicale. Lui stesso ha dichiarato che sarebbe disposto a recitare o a presentare in tv.

Noi di VNews24, sempre in prima linea per le novità e sopratutto per i talenti, abbiamo deciso di intervistare Enrico Iviglia personalmente per cercare di capire meglio la sua storia e le sue origini.

Come ti è nata la passione per la musica?

 

La mia passione per la musica è nata in chiesa negli anni 80’, mi piaceva molto la polifonia, l’insieme di voci sinfoniche. Ho iniziato all’età di 13 anni, avevo una voce bianca e poco definita. Mio nonno e mia mamma cantavano e questo mi spinse ad entrare nel coro della parrocchia e da lì è iniziata la mia carriera.

 

Com’è stato confrontarti con il paese in cui vivevi e soprattutto hai trovato ostacoli o pregiudizi?

 

Inizio tutti pensavano fossi strano, ma senza guardare in faccia nessuno ho proseguito per la mia strada andando al conservatorio a Torino (appoggiato dal coro di Asti). Ho superato benissimo questa esperienza che mi ha arricchito molto. Diciamo che uscire come tenore da un paesino come il mio è stata una grande sfida. Mio papà, infatti, non era convinto, e l’avevo lasciato inizialmente allo scuro di questa mia passione.

 

Com’è l’ambiente nel teatro?

Ho la fortuna che non siamo in tanti ad avere il mio timbro di voce. Quindi non ho tanta competizione. Nelle città più piccole ci si conosce meglio, in quelle grandi un po’ peggio. Però ci sono a volte delle cose molto belle e si creano dei rapporti speciali. Per esempio sarò testimone di nozze di un mio collega cantante. E poi dalle organizzazioni e dai fan veniamo sempre trattati molto bene.

 

Cosa faresti per avvicinare i giovani alla musica classica?
Guide all’ascolto mirate per i ragazzi, auditorium nelle scuole, inserire nella loro conoscenza delle nozioni di base dell’arte classica. Incuriosirli. Una delle cose che faccio sempre e che mi appaga di più è appunto andare nelle scuole medie a raccontare cos’è la musica lirica. Anche questo può essere un inizio.