Finale di Coppa Italia: Milan-Juventus 0-1. Vince la squadra bianconera, come da bookmakers.
A prima vista questo risultato non ha niente di sorprendente, eppure il tabellino dice poco o niente sulla partita di ieri sera.
Un Milan solo bello e poco concreto
Forse nella migliore partita della stagione, il Milan perde negli ultimi 10 minuti del secondo tempo supplementare.
Saranno state le parole di Berlusconi (che ha motivato a suon di minacce i giocatori rossoneri) o forse Brocchi che ha adottato il modulo migliore, ma questo Milan è piaciuto, per la prima volta ha tirato fuori gli “attributi” e ha giocato una partita quasi perfetta. E’ stato proprio il “quasi” che ha decretato la vittoria della Juventus, in 90 minuti di gioco serrato e offensivo la squadra di Brocchi non è riuscita a segnare. E’ bastato l’appena entrato Morata per segnare al 110′ e spegnere le aspirazioni milaniste al trofeo.
Ha vinto la testa e l’ordine
Andando ad analizzare bene la partita, il Milan, nonostante l’ottima trama offensiva, non ha mai prodotto vere e proprie occasioni da goal, se non un tiro di Bonaventura ben parato dall’attento Neto.
La Juventus ha disputato una partita organizzata e attenta, ha colpito quando doveva colpire, sfruttando quegli ultimi minuti di “rallentamento” della squadra di Brocchi. Bisogna anche tener conto delle tantissime assenze dei titolari per la squadra di Allegri, soprattutto in centrocampo. La mancanza di Khedira e Marchisio ha pesato non poco sull’andamento del match.
Da protagonisti a grandi assenti
Cosa dire dei “grandi protagonisti” del match? L’attesissimo Balotelli e il bomber Dybala hanno giocato l’intera partita nell’ombra. Il primo, preferito addirittura ad un appena guarito Niang, il secondo, isolato in attacco e con pochissimi palloni giocati al suo attivo. La gara, bisogna dirlo, ha visto prevalere la quantità sulla qualità. Si è visto come la determinazione e la testa in questo sport, possono prevalere sulle giocate dei singoli.