L’aumentata percezione dei sinestetici non è solo sensoriale ma anche simbolica, lo rivelano i test sulle associazioni cross-modali. Questa fanno parte dell’esperienza percettiva di qualsiasi essere umano, ma in questi soggetti è stata rilevata una reattività significativamente maggiore rispetto alla norma. L’esperimento prevedeva che 17 soggetti sinestetici partecipassero ad un test di associazione implicita (IAT), utilizzato solitamente per indagare gli atteggiamenti sociali impliciti, utile strumento anche nel caso delle correlazioni cross-modali proprio perché queste sono implicite. Infatti, le sperimentiamo nella quotidianità in esempi come i riferimenti spaziali utilizzati con i suoni “alti” e “bassi”, oppure la sensazione che determinati colori o lettere siano più “morbidi” o più “ruvidi”.
I partecipanti alla ricerca hanno manifestato una maggiore sensibilità alle associazioni cross-modali tra i suoni di parole senza senso e forme arrotondate o angolari. “Ciò dimostra che qualcosa della loro sinestesia si riversa in un altro dominio, ma tale ricaduta è limitata ad una corrispondenza esclusivamente post-percettiva e simbolica, dunque non sensoriale”, ha dichiarato il prof. Santhian. Il dibattito sulla natura delle correlazioni cross-modali di cui fanno esperienza i sinestetici è ancora aperto, proprio perché il loro modo di approcciare il mondo è di per sé maggiormente complesso rispetto a quello dei soggetti con una percezione normale.