BANCHE DATI – Lo scorso 22 novembre, presso Palazzo Castiglioni a Milano, sede di Unione del Commercio – Confcommercio, si è tenuto il convegno Asseprim “Dati, metadati, banche dati: l’oro nero del XXI secolo”.
Profili di utenti, indirizzi mail, dati, informazioni di carattere commerciale o tecnico legate all’azienda, ai clienti così come l’enorme quantità di big data presenti nella rete, sono il nuovo “oro nero” per tutti e “Se opportunamente raccolti, trattati e protetti i dati – ha spiegato Umberto Bellini, presidente di Asseprim – possono creare grandi opportunità di business, anche per le piccole e medie imprese, che tuttavia ancora non sono pienamente consapevoli del valore dei dati in loro possesso o con i quali lavorano”.
Mirna Pacchetti, CEO di InTribe, ha aperto il convegno spiegando non solo le varie terminologie, ma soffermandosi soprattutto sul valore economico dei dati. Per esempio, i dati statici, ovvero quei dati che non cambiano mai, hanno valori diversi a seconda dei casi: il profilo statico di una manager donna vale 0,89 cent, mentre il profilo statico di un manager uomo vale 1 euro.
Incredibile a dirsi ma ogni giorno cediamo, soprattutto utilizzando internet, circa il 90% delle nostre informazioni senza nemmeno rendercene conto. Basta un like su Facebook, la geo localizzazione di una foto su Instagram, tutto quello che facciamo nel web ha un valore.
Nell’arco temporale di 40 anni di una persona, il valore, per le aziende, dei suoi dati immessi in rete ammonta a 50 mila euro (stima InTribe).
Durante il convegno sono state presentate anche tre case history aziendali di successo.
La società ItsRight ha presentato la sua banca dati per la raccolta e la distribuzione dei compensi per i diritti connessi al diritto d’autore, derivante dall’utilizzo di opere musicali e del suo valore sia per la gestione diretta del business, sia come oggetto di licenza.
La società Teia Technologies ha spiegato come è riuscita a creare un nuovo modello di business, analizzando le conversazioni e i dati partendo dall’individuo e dalla sua esperienza.
Infine, la società Friendz ha parlato della creazione di una community per la realizzazione e la valorizzazione di opere fotografiche, nel contesto della raccolta/utilizzazione dei dati e delle fotografie per attività di awareness e ere e proprie campagne pubblicitarie.