Bambino bullizzato

Bambino bullizzato commuove tutto il mondo in un video girato dalla madre

Il pianto disperato del bambino bullizzato: “Perchè lo fanno?”

Nelle ultime ore un video di un bambino bullizzato sta facendo il giro del mondo, provocando tantissime reazioni. Il video è stato girato e condiviso dalla madre di questo bambino e ha avuto circa 18 milioni di visualizzazioni in 24 ore. La madre Kimberly Jones avrebbe deciso di girare questo video per sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo parlare direttamente il figlio. Il video disperato del giovane bambino bullizzato Keaton, ha commosso tutto il mondo. La cosa che ha colpito tante persone è la disperazione, ma anche la lucidità delle sue parole pronunciate alla madre e accompagnate da un pianto accorato e disperato. Il giovane Keaton spiega la sua esperienza drammatica all’interno della scuola e pone delle domande alla madre tanto semplici, quanto profonde.

Keaton si chiede perché i compagni non lo accettano

Keaton si chiede perchè non viene accettato dai suoi compagni, che a suo dire lo definiscono brutto e senza amici. Racconta i soprusi subiti e si preoccupa anche degli altri bambini, che sono costretti a subire e a convivere con  tutto ciò. Ma la frase più commovente, straziante e urlata che dice alla madre è “Se sono diverso non è colpa mia“. Questa frase ha toccato nel profondo l’opinione pubblica americana, in un periodo storico nel quale si dibatte molto sul bullismo e in particolare, vista la grandissima diffusione e uso del web, anche da parte dei giovanissimi, sul cyberbullismo.

Troppi episodi di bullismo negli ultimi anni

Purtroppo negli ultimi anni gli episodi sono stati tanti e molto dolorosi anche in Italia. Come il caso di Nadia, che 3 anni fa ha scelto di suicidarsi, per essere stata bullizzata per tanto tempo su una chat. Per fortuna nel nostro paese si sono moltiplicate le iniziative, le associazioni e i progetti contro il bullismo, che, insieme anche a personaggi noti, stanno contribuendo ad affrontare il delicato problema. La speranza di tutti è che attraverso un profondo e lungo lavoro educativo e psicologico sulle famiglie questi episodi rimangano solo un tragico e doloroso ricordo.