Nella rivista Geophysical journal of research alcuni ricercatori della Brown University hanno pubblicato i risultati di uno studio di geodinamica che renderebbe Europa, il satellite galileiano più famoso anche per l’epopea spaziale di Stanley Kubrick. Nel sequel della sua odissea spaziale di terzo Millennio “2010: l’anno del contatto”, sempre più simile alla Terra.
Giove, non finisce di stupire per le dinamiche complesse della sua crosta ghiacciata, al di sotto della quale potrebbe celarsi la vita. Ormai è assodato che il corpo celeste, pur trovandosi fuori dalla Goldilocks, avrebbe una disponibilità di acqua in forma di immenso oceano posto sotto uno strato crostale dello spessore di qualche kilometro. Sotto questa coltre di acqua allo stato solido potrebbero essersi sviluppate le condizioni per una evoluzione biologica rappresentata da forme primitive di vita cellulare. Sebbene ci si muova nel campo delle ipotesi e forse delle suggestioni. Infatti soltanto una missione esplorativa diretta sul campo potrebbe svelare il mistero. Confermando eventualmente la presenza della vita extraterrestre.
Cosa avrebbe Europa a parte l’acqua, da renderlo “quasi Terra”?
Sul nostro pianeta esiste una crosta, con uno spessore variabile da pochi kilometri fino a diversi kilometri nei continenti, frammentata in blocchi detti placche. Queste, galleggiano su una parte sottostante del pianeta, il mantello, che a sua volta conterrebbe una regione detta Astenosfera. Quest’ultima ha una consistenza fluida, da cui avrebbero origine quelle miscele di materiali incandescenti essenziali per fenomeni quali le eruzioni vulcaniche e soprattutto lo spostamento dei continenti noto come “deriva dei continenti”.
Su Europa si attuerebbe una dinamica simile, ovvero massicce porzioni di crosta ghiacciata sprofonderebbero all’interno lungo zone dette fosse di subduzione come accade sulla Terra. Secondo i ricercatori lo strato superficiale di ghiaccio avrebbe una concentrazione salina tale da renderlo più denso. Quindi, in grado di scivolare giù all’interno in mezzo al ghiaccio meno concentrato. Lo studio sosterebbe l’ipotesi che la porzione esterna di crosta porterebbe in profondità i nutrienti in grado di alimentare un vasto oceano dove forse la vita si sta evolvendo nel silenzio rigoroso dello spazio cosmico. Soltanto quando un rover di esplorazione planetaria poggerà sulla superficie di Europa potrà essere fornita risposta ai mille quesiti sul satellite gioviano