È morto Azeglio Vicini

Se n’è andato Azeglio Vicini: CT delle “Notti Magiche” anni ’90

È stato il Commissario Tecnico di una delle Nazionali italiane più ricche di talento di sempre, lontana parente della disastrosa squadra che, pochi mesi fa, battuta dalla Svezia, non è riuscita nemmeno ad approdare alla fase finale dei Mondiali di Russia 2018. Il mondo del calcio dice addio ad Azeglio Vicini, storico selezionatore azzurro che si è spento a Brescia, dove ormai viveva da tempo, a 84 anni. La sua carriera è legata principalmente a Italia ’90, alla massima manifestazione calcistica disputata nel nostro Paese che vide la nostra nazionale classificarsi in terza posizione dopo aver battuto nella “finalina” l’Inghilterra per 2-1, grazie alle reti di Roberto Baggio e Totò Schillaci. Su tutti, però, rimane l’amarezza per la sconfitta in semifinale con l’Argentina capitanata da Diego Armando Maradona, al termine di una gara che non fu esente da polemiche e che, soprattutto, aprì una profonda ferita tra Vicini e i tifosi napoletani, “accusati” di aver sostenuto senza mezzi termini la squadra del loro grande idolo.

Del resto, quella squadra, farcita di grandi nomi del calcio italiano, aveva tutte le carte in regola per giocarsi la vittoria del titolo mondiale, infatti uscì praticamente imbattuta dal torneo, entusiasmando il pubblico non solo con la classe dei suoi protagonisti, ma anche con una grinta e un carattere che nel movimento calcistico nostrano attuale sembrano doti oramai smarrite. Azeglio Vicini non ha mai nascosto che Italia ’90 sia stato il più grande rammarico della sua lunga carriera, ricordando più volte che gli azzurri avrebbero meritato di vincere l’edizione delle “Notti Magiche”, essendo stati capaci di non perdere mai sul campo, collezionando ben 6 vittorie e un pareggio. Di contro, invece, l’allenatore romagnolo ha sempre evidenziato come l’Argentina (che avrebbe perso in finale con la Germania) sia approdata all’ultima gara di quel mondiale nonostante avesse perso due incontri. Tuttavia, la Nazionale di Baggio, Zenga, Baresi, Bergomi e tanti altri, ebbe la grande capacità di appassionare i tifosi, infatti il match contro la formazione sudamericana guidata da Maradona, ad oggi resta uno dei più seguiti di sempre in televisione.

Prima di diventare allenatore, Azeglio Vicini è stato un buon calciatore che, in carriera, ha giocato solo in tre squadre: Vicenza, Sampdoria (indossando la maglia blucerchiata per ben 7 stagioni), e infine Brescia, dove annunciò il ritiro a soli 33 anni. E così, piuttosto giovane, l’ormai ex giocatore approdò subito su una panchina, divenendo nuovo tecnico delle Rondinelle, anche se si trattò di un’esperienza piuttosto traumatica, conclusasi con la retrocessione in Serie B. Subito dopo venne inserito nel settore tecnico della Nazionale, e da lì fece tutta la trafila tra Under 21 e Under 23, prima di passare alla squadra maggiore che ereditò da un altro grande protagonista del nostro calcio, il campione del mondo 1982 Enzo Bearzot, che passò il testimone al collega romagnolo nel 1986.

Sotto la sua gestione, Azeglio Vicini ha convocato e schierato in campo grandi nomi del movimento calcistico italiano: da Roberto Baggio a Giuseppe Giannini, passando per Paolo Maldini e Franco Baresi, fino a Gianluca Vialli e Carlo Ancelotti (solo per citarne alcuni), senza dimenticare naturalmente Totò Schillaci, che nel 1990 fu splendido protagonista proprio del campionato del mondo disputato in Italia. Sempre molto legato alla Nazionale, essendo cresciuto di fatto come allenatore tra le varie categorie della formazione azzurra, nel 1991 lasciò la panchina ad Arrigo Sacchi che, nel 1994, avrebbe sfiorato la vittoria del titolo perdendo solo ai calci di rigore la finale con il Brasile. Dopo aver lasciato l’Italia del calcio, Azeglio Vicini ha continuato a vivere a Brescia dove, di fatto, risiedeva ormai da circa 50 anni. L’ex CT azzurro lascia tre figli: Ofelia, Gianluca e Manlio.

Patrizia Gallina