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Scoperto un vino di 6000 anni fa: la storia della Sicilia è riscritta

Monte San Calogero: il ritrovamento di un vino risalente a 6000 anni fa, lascia di stucco il team di archeologi che da anni scava all’interno delle cavità del Monte Kronio, in provincia di Agrigento. Qui, dove l’umidità arriva spesso al 100% e la temperatura fino a 37 gradi, sembra essersi conservata questa bevanda alcolica che riscriverà la storia della Sicilia.

Questa scoperta ha molto da raccontare sulle coltivazioni dell’era preistorica, nella quale sembrava impossibile, per gli studiosi, l’esistenza di tecniche adeguate per l’irrigazione di vigneti (ad oggi, i libri fanno risalire la nascita della viticoltura all’età del Bronzo, ovvero 1300-1100 anni prima di Cristo) . Inoltre, dovrà essere rivalutato il sistema di commercio e di scambio utilizzato dagli uomini primitivi. I libri di testo, a seguito della scoperta, subiranno variazioni non poco rilevanti, confermando anche l’ipotesi che l’altura fosse un santuario preistorico.

A guidare gli scavi è Davide Tanasi dell’Università della South Florida, che ha scritto un articolo al riguardo sulla rivista The Conversation intitolato “Vino preistorico scoperto in caverne inaccessibili, costringe a ripensare alla cultura dell’antica Sicilia”, svelandoci che, i siculi di 6000 anni fa, vivevano molto diversamente da quanto si pensasse sinora.

E’ ufficiale: il vino più antico del mondo è italiano, risale all’età del Rame (4 mila anni prima di Cristo) e prende definitivamente il posto del torchio recuperato nel 1993 sul Monte Zara, nei pressi di Monastir in provincia di Cagliari, definito prima dell’ultimissima scoperta, il più antico. Difficile ora, riuscire a determinare la composizione esatta dei residui trovati: per farlo è necessario che il vasellame sia estratto completamente intatto. Prossimo obiettivo dei nostri ricercatori è riuscire a stabilire se questo primo antichissimo vino italiano fosse rosso o bianco.