Venditore di Sigari

Il Venditore di Sigari, un capolavoro senza tempo al MTM di Milano

Tutto si svolge all’interno di una scena scarna e sempre uguale: un vecchia bottega di sigari, posta al centro di una Berlino del 1947 che ancora si asciuga le ferite lasciate da una guerra fratricida, la seconda Guerra Mondiale, nata sotto la cattiva stella della convinzione che esistano popoli eletti e altri da annientare.

Il pretesto per parlare di un argomento purtroppo così attuale ai giorni nostri lo danno due “sopravvissuti” della guerra: il primo, il venditore di sigari nella bottega acquisita dai tedeschi, che in nome del detto “il cliente ha sempre ragione” nel suo negozio accoglie e sopporta, alle 6.30 di ogni mattina, il secondo, un idealista professore ebreo, che tenta di coinvolgerlo, con curiosità quasi morbosa, nelle sue apparentemente colte argomentazioni sulle ragioni della Guerra e dei torti subiti.

Trascorsi i primi minuti durante i quali lo spettatore studia i personaggi cercando di capirne ruoli ed intenzioni, il coinvolgimento diventa sempre più profondo, fino a che, alla fine, i numerosi colpi di scena sveleranno le vere coscienze dei personaggi, fino a cambiare radicalmente le opinioni che, fino a quel punto, i due attori avevano dato di se stessi alla platea.

Lo spettacolo, che va in scena dal 2011, viene magistralmente condotto dai due attori, Gaetano Callegaro e Paolo Cosenza; al di là dei singoli ruoli, il continuo botta e risposta dei due si srotola sul palco come un tappeto in cui ogni frase detta da uno dei personaggi, alimenta, con pari dignità, la risposta dell’altro e così via fino quasi alla fine.

Tutto gira attorno alle “solite” scatole di sigari, ad un accendino ed un vecchio grammofono; è proprio quest’ultimo, come un terzo, discreto attore, che alla fine mostrerà la vera natura del venditore di sigari. Uno spettacolo senza tempo che ritrova nell’interpretazione magistrale degli attori il suo successo. La cornice dell’MTM (Manifatture Teatrale Milanesi), ex Teatro litta, intima e toccante, risulta, come sempre, ideale per la rappresentazione.