GP Cina: la Ferrari teme il sottosterzo

Formula 1, GP Cina: Ferrari e il rischio sottosterzo

Due gare, due vittorie e primato in classifica piloti e costruttori. Non poteva iniziare meglio la stagione 2018 per la Ferrari e Sebastian Vettel che, sia in Australia che in Bahrain hanno piazzato la “rossa” dinanzi a tutti (in particolar modo alla Mercedes), ribadendo la bontà del progetto SF71H che, a questo punto, si candida a strappare i titoli iridati alle “frecce d’argento” e a Hamilton, dominatori delle ultime annate.

Tuttavia, il calendario denso d’impegni della Formula 1 2018 non consente di cullarsi troppo sugli allori, infatti è già tempo di archiviare i due trionfi precedenti per concentrarsi sul terzo appuntamento stagionale che si terrà nel prossimo weekend, con il Gran Premio di Cina che scatterà domenica 15 aprile. A tal proposito, se la Ferrari ha dimostrato di essere una monoposto pronta a competere per il titolo, e soprattutto molto veloce a livello motoristico, in vista della gara di Shanghai c’è una piccola incognita, un dettaglio che, però, se trascurato potrebbe fare la differenza in negativo per Vettel e Raikkonen. Infatti, sul tracciato cinese, le vetture di Maranello potrebbero incorrere nel rischio sottosterzo che, soprattutto, in qualifica, potrebbero far perdere decimi preziosi ai piloti nella sfida alla pole-position.

Quella di Shanghai è una pista particolare perché, anche se vanta due lunghi rettilinei (uno di 1.200 metri ed un altro di 760 metri), al contempo non risulta fra i circuiti più veloci del mondiale. Infatti il tracciato cinese è costituito da numerose curve lente, soprattutto nella prima parte del percorso: ciò è legato alla volontà, in fase di progettazione, di disegnare la pista come fosse un ideogramma cinese. Dunque già in partenza, dopo la prima frenata, il circuito gira su se stesso, con numerose controcurve e tornanti che costringono addirittura le monoposto a scalare fino alla prima marcia. E proprio in questi frangenti la Ferrari potrebbe soffrire del sottosterzo, ovvero della tendenza della vettura da allargare le traiettorie con l’avantreno, allontanandosi così leggermente dalle traiettorie migliori da seguire.

Bisogna sottolineare che questo piccolo difetto (se così lo vogliamo chiamare) della SF71H è già emerso nelle prime due corse di quest’anno, segnalato in particolare da Sebastian Vettel sia in Australia che in Bahrain. Per fortuna, data la conformazione di entrambi i tracciati, e tenendo conto del talento del campione tedesco, soprattutto durante le qualifiche e sul giro secco la “rossa” non ha risentito di questa piccola lacuna, andando poi a vincere in entrambi i Gran Premi. Ora, però, in vista del GP di Cina, sarà necessario fare maggiore attenzione e lavorare più nel dettaglio sulle sospensioni e sul bilanciamento aerodinamico, per far sì che le monoposto di Maranello possano migliorare ulteriormente le loro prestazioni in entrata di curva.

All’opposto, invece, bisognerà tenere d’occhio le Red Bull che, problemi di affidabilità a parte, sono due vetture piuttosto agili che, grazie ad un ottimo pacchetto aerodinamico, hanno un’ottima aderenza in curva e riescono a portare subito in temperatura gli pneumatici. Per questo motivo, qualora dovessero ottenere degli ottimi piazzamenti in griglia al termine delle qualifiche, si dovrà stare molto attenti alle prime curve dopo il via del GP di Cina, con Ricciardo e Verstappen che potrebbero risultare più agili e performanti soprattutto nell’affrontare le prime curve del tracciato di Shanghai.

Patrizia Gallina