Prosegue, nel mondo scientifico-culturale, il dibattito sulla Sacra Sindone, nella speranza di carpirne i segreti più profondi e di svelare i vari misteri che ancora oggi la circondano. Una recente ricerca condotta da Enea, Cnr e Inrim, pubblicata sulla rivista “Applied Optics”, si è soffermata sul colore rosso del sangue presente sul sudario che, per i detrattori, sarebbe falso perché la sua colorazione risulterebbe innaturale.
Infatti, ricorrendo ad una conoscenza piuttosto comune, i critici del telo che avrebbe avvolto il corpo di Gesù Cristo, sostengono che il sangue, una volta rappreso, diventi marrone, dunque l’accesa tonalità di rosso delle macchie presenti sul reperto potrebbero essere state create in maniera fittizia. Lo studio sulle sfumature del liquido ematico è cominciato dopo l’Ostensione del 2015, ricorrendo a strumenti ottici e raggi laser di ultima generazione, i quali hanno anche confermato che l’immagine dell’uomo posato sul sudario non sarebbe stata deteriorata dal tempo. Tornando all’obiettivo principale dello studio, come riporta “La Stampa”, Paolo Di Lazzaro, ricercatore di Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, ha affermato: “Il sangue resta rosso se colpito da raggi ultravioletti compatibili con la luce del sole”.
Entrando nel merito della questione, lo studioso ha spiegato che il tessuto connettivo fluido conserva delle sfumature di rosso solo in due occasioni: quando è appartenuto ad un malato di ittero, oppure quando è stato perduto da un uomo sottoposto a tortura. Ironizzando sulla questione, Di Lazzaro ha detto che, siccome certamente non si poteva ricorrere ad un torturato, la ricerca è stata effettuata prendendo come punto di riferimento un soggetto malato. Ebbene, stando ai risultati, è giunta la conferma dell’autenticità delle tracce di sangue sulla Sacra Sindone, poiché sono di “emoglobina antica”, e non risultano resti di ocra o altre sostanze come, invece, continuano a sostenere i rappresentanti del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo della Affermazioni sulle Pseudoscienze).
Gian Maria Zaccone, direttore del Centro di Sindonologia, nel commentare la recente ricerca scientifica ha dichiarato che i suoi esiti sono particolarmente significativi perché vanno ad integrare e confermare le analisi effettuate negli anni ’80, quando la comunità scientifica aveva già provveduto ad affermare l’autenticità delle macchie ematiche presenti sul sudario. Lo studioso ha ribadito che la finalità principale dello studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista statunitense era proprio quello di risalire alla causa che ha generato la colorazione rossa del sangue della Sindone. Da storico, il dottor Zaccone ha ricordato che esistono anche altri reperti storici che presentano tracce ematiche di questo tipo, provocate dalla presenza di un alto tasso di bilirubina nel sangue.
Diversa, invece, è la posizione del Cicap. Il chimico Luigi Garlaschelli, dopo aver sottolineato la sua convinzione secondo cui la Sacra Sindone sarebbe un falso, ha aggiunto che lo studio effettuato in questi anni non dimostra affatto che non sia mai stata utilizzata dell’ocra sul lenzuolo. Inoltre è stata menzionata anche un’altra ricerca di qualche settimana fa, in seguito alla quale è emerso che le macchie ematiche sul sudario sarebbero fittizie. Al termine del suo intervento, Garlaschelli ha dichiarato: “Mi auguro che queste conclusioni sul sangue rosso siano analizzate attentamente”.
Patrizia Gallina