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Covid: la classifica di Bloomberg dei Paesi migliori e peggiori in cui vivere

Bloomberg ha reso nota la classifica dei Paesi migliori in cui vivere in questa epoca Covid-19. Per giungere ai risultati finali sono stati presi in considerazione 53 Stati (ovvero quelli le cui economie prima della pandemia superavano i 200 miliardi di dollari) e sono stati utilizzati 10 parametri chiave. Tra cui il numero dei casi, la fornitura dei vaccini, il tasso di mortalità, la capacità nel tracciare i positivi e anche il sistema sanitario locale. Ne è risultata dunque la “Covid Resilience Ranking“, che svela quali Stati del mondo sono riusciti, e riescono tuttora, a gestire in modo più efficace il disagio sociale ed economico.

I migliori e i peggiori nella Covid Resilience Ranking di Bloomberg

E’ risaputo che la campagna vaccinale in Asia è una delle più veloci al momento, questo fattore ha portato Singapore al primo posto della classifica. La città-stato conta quasi a zero i casi trasmessi a livello locale grazie anche ad un rigoroso programma di quarantena. Ai cittadini è consentito svolgere gran parte della loro vita quotidiana in maniera regolare, potendo inoltre assistere a spettacoli dal vivo e andare in crociera.

Al secondo posto c’è la Nuova Zelanda, che è da sempre stata un esempio nella gestione della crisi. Il Governo di Jacinda Ardern ha puntato ad eliminare il virus sin dall’inizio riversando molte risorse nei test, nel tracciamento dei contatti e in una strategia di quarantena centralizzata per ridurre al minimo la trasmissione locale.

L’Australia è terza. Nonostante abbia vaccinato per ora solo il 3,7% della popolazione, il Paese ha visto fin dal principio una bassa incidenza di contagi. Questo sempre grazie all’introduzione di un efficace sistema di tracciamento e di quarantena. Ma anche per l’ottimo sistema sanitario australiano, che era pronto anche per uno scenario peggiore.

Quarto si classifica Israele, l’unico degli Stati presi in analisi ad aver somministrato il vaccino ad oltre il 50% dei cittadini. Ha presentato inoltre un tasso di infezioni e ricoveri inferiore rispetto ad altri Paesi di dimensioni simili.

Tra i cinque migliori infine c’è Taiwan. La sua arma vincente si può dire sia stata la tecnologia, in quanto per proteggere i suoi 23 milioni di persone sono state lanciate diverse app che segnalavano le località visitate da persone infette. Nonché i posti dove fosse possibile comprare protezioni personali, come gel disinfettanti e mascherine. L’unica pecca di Taiwan rimane la percentuale delle vaccinazioni: solo 0,1%.

In fondo alla classifica invece si trovano quegli Stati che presentano, oltre a un basso numero di vaccinati, un elevato numero di positivi e morti. E sono: l’Iran al 49esimo posto, la Colombia al 50esimo, seguiti da Argentina 51esima, Polonia 52esima e Brasile ultimo.

Fonte: sito Bloomberg

L’Italia in classifica

Il nostro Paese si è posizionato alla 37esima posizione nella Covid Resilience Ranking, con davanti a noi Stati considerati in via di sviluppo come Sud Africa, India, Cile, Pakistan e Nigeria. All’Italia è stato riconosciuto però un miglioramento rispetto ai mesi precedenti in quanto posizione in classifica.

In questo momento registra una discreta copertura vaccinale del 14,3%, ma è il tasso di mortalità al 2,5% ad essere tra i più alti di tutti i 53 Paesi presi in considerazione per la statistica. Un altro primato che non fa di certo piacere è quello di far parte dei territori che continuano ad essere considerati epicentro della pandemia da Covid. L’Italia è infatti inserita da Bloomberg in questo elenco insieme a USA, Russia, Francia, Brasile, Messico e Regno Unito