zanzara coreana veneto

La zanzara che resiste alle basse temperature: si studiano i possibili rischi

Settembre è sempre stato il mese in cui lozioni spray e anti-zanzare vengono riposti nel cassetto e non vengono riutilizzati fino alla primavera successiva. Quest’anno però è diverso. La zanzara cosiddetta “coreana” sta dilagando nel Nord Italia e in particolare in Veneto. Questa specie di zanzara, l’Aedes Koreicus, originaria della Corea, è comparsa per la prima volta nel 2011 nella provincia di Belluno.

L’istituto Zooproflittatico Sperimentale delle Venezie di Legnaro, in provincia di Padova, le sta studiando da anni e la scorsa estate si sono uniti allo studio anche ricercatori di Bergamo e Brescia che hanno prelevato da stagni e bacini d’acqua artificiali più di 6000 larve da tenere sotto osservazione: circa 50 di queste larve sono risultate appartenenti alla specie Aedes Koreicus.

La specie in questione proviene da alcune zone della Corea, dal Giappone, dal nord della Cina e da alcuni territori in Russia. Non si sa ancora con precisione in che modo questa zanzara sia giunta fino in Europa. L’aeroporto di Orio al Serio e i traffici commerciali sempre più rapidi e intensi sono però le vie più probabili.

Nonostante i numerosi studi non si sa ancora però quali siano i rischi effettivi della diffusione di questa nuova specie. Non si può escludere la possibilità che esse possano trasmettere malattie ma per ora non c’è ancora nulla di certo. Sulla base di alcuni esperimenti è però risultato che la zanzara coreana sarebbe potenzialmente in grado di veicolare alcuni parassiti, i nematodi, responsabili di malattie come la filaria.

Ciò che è certo è che questa specie è in grado di adattarsi anche a temperature più basse, come riporta Wired, e quindi di vivere non più solo nelle zone pianeggianti e umide, ma spostandosi ora anche verso le zone montane e in altre zone d’Italia.