Scontro Renzi-Brunetta: l’arte della commedia in salsa politica

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Nella redazione di Vnews24, questo pomeriggio, le risate hanno avuto il sopravvento e si sono vissute ore di sano divertimento. Il direttore, sentendo le risa, ha chiesto a muso duro: “Cosa sta succedendo”, ma, poco dopo, anche lui si è unito all’ilarità generale seguendo i lanci di agenzia relativi alle scaramucce tra Brunetta e Renzi.  

Il motivo dell’ilarità era rappresentato dal fatto che i protagonisti del gioco politico stavano mettendo in atto un gioco delle parti, dal sapore elettorale, per cercare evidenza o preparare il terreno all’ennesimo, taumaturgico intervento di Silvio Berlusconi, il quale, alla vigilia dell’udienza del giudice, che deciderà il suo destino, ha necessità di essere dipinto come un politico che svolge ancora un ruolo sul mercato politico. 

In breve la cronaca di oggi: Brunetta lancia un ultimatum: o approva la riforma elettorale prima di Pasqua, o casca siamo fuori da ogni accordo. Ma il premier non ci sta: “Le riforme le facciamo” e “abbiamo rispetto per Fi”, ma “non accettiamo ultimatum da nessuno, men che meno da Brunetta”. Renzi derubrica la vicenda a “questioni interne a Fi” che devono “risolvere tra loro”. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, sostiene Brunetta e al ministro Boschi ha detto che “le riforme sono possibili solo con l’appoggio di Forza Italia”.

In realtà l’osservatore deve, per capire che si tratta di una recita a soggetto chiedersi una cosa: cosa accadrebbe se si dovesse rompere il patto Renzi -Berlusconi? Semplicemente che quest’ultimo uscirebbe definitivamente di scena e il suo partito si sfalderebbe in mille rivoli, che lascerebbero definitivamente lo spazio al Pd e al M5s. Renzi potrebbe tranquillamente scaricare su Forza Italia la colpa del mancato compimento delle riforme e presentarsi ancora come un personaggio spendibile sul mercato elettorale e Grillo avrebbe buon gioco ad attrarre a se gli elettori orfani del partito-azienda, il quale semplicemente senza Berlusconi, non esiste.

A piangere resta, in definitiva, il popolo italiano al pensiero che il proprio futuro è nelle mani di gente che tutto ha a cuore, tranne gli interessi dei cittadini