Il petrolio, come ampiamente dimostrato da numerosi studi, è destinato ad esaurirsi nel giro di un centinaio di anni, un evento epocale per tutta l’umanità che, di concerto alla crisi economica e al problema mondiale dell’inquinamento, da anni sta già catalizzando la rincorsa alla cosiddetta energia pulita, con i sistemi eolico, fotovoltaico ed idroelettrico (ove possibili) a fornire le prime risposte concrete.
La ricerca scientifica, tuttavia, cerca soluzioni anche dove apparentemente non ve ne sono, e talvolta riesce a trovarle, come dimostrato al recente convegno “Yale Climate Connections” svoltosi negli Stati Uniti, un evento dedicato alle fonti di energia pulita tratta da materiali di scarto e rifiuti. Benché non paragonabile per efficienza ai sistemi sopracitati, si è scoperto che è possibile recuperare energia dai gusci delle noci, in quantità tali da mandare avanti un’intera azienda e poter vendere quella prodotta in eccesso alla rete pubblica. Il tutto, con emissioni di inquinanti estremamente ridotte.
Ad avviare questo vero e proprio miracolo energetico l’imprenditore americano Russ Lester, proprietario della Dixon Ridge Farms che produce frutta secca sin dal 1979. L’uomo ha affittato due particolari generatori di biogas (chiamati Bio-max) che sfruttano l’azione meccanica della rottura dei gusci delle noci per produrre energia pulita e calore, sufficienti ad avviare il dispendioso meccanismo di asciugatura ed essiccamento per le altre noci in lavorazione. Non solo, gli scarti dei gusci delle noci vengono successivamente utilizzati come fertilizzante per i nuovi alberi, che, com’è noto, assorbono naturalmente CO2, ampliando ulteriormente i benefici di questo circolo virtuoso.
“Possiamo usare questa energia per alimentare il nostro impianto di essiccazione in autunno, generare elettricità e riscaldare i nostri edifici durante l’inverno, producendo circa 643.000 kWh all’anno, pari a 102 mila dollari del valore di energia elettrica l’anno e 24 mila dollari di gas usato nelle nostre asciugatrici”, ha sottolineato con orgoglio Russ Lester ai margini del convegno americano.