Dieci caccia francesi hanno sganciato 20 bombe sul feudo dell’Isis a Raqqa, nell’est della Siria, secondo quanto annunciato domenica dal ministero per la Difesa. Si tratta del primo grande bombardamento francese a seguito della strage, rivendicata dall’Isis, che ha provocato 132 vittime e quasi 350 feriti. Un comunicato specifica che il primo obiettivo distrutto dai caccia francesi era utilizzato dallo Stato Islamico come posto di comando, centro di reclutamento jihadista e deposito armi e munizioni. Il secondo obiettivo invece era un campo di formazione terroristi.
Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, e il suo omologo americano Ashton Carter, sono stati concordi nella necessità di aumentare la condivisione di informazioni nel corso di una telefonata. “Lavoriamo per intensificare le offensive. – hanno sottolineato fonti vicine al ministro Le Drian – Avanziamo su questo terreno grazie alle pattuglie di ricognizione che si moltiplicano e grazie all’apertura sempre più netta dei nostri amici americani”. Dopo i terribili attentati rivendicati dall’Isis si parla di “svolta” e in soli due giorni la collaborazione con gli Stati Uniti per l’identificazione degli obiettivi è notevolmente aumentata.
Venerdì, il presidente francese François Hollande aveva definito gli attentati come “un atto di guerra commesso da un’armata terrorista, Daesh (acronimo arabo dello Stato Islamico ndr), un’armata jihadista”. Il presidente aveva anche annunciato che la Francia sarà “spietata” su tutti i terreni, interni ed esterni. Da un anno ormai la Francia partecipa alla coalizione internazionale contro lo Stato Islamico in Iraq e in settembre il suo intervento si è allargato alla Siria. Le offensive di domenica sera sono molto diverse dalle quattro precedenti, che avevano già mobilitato parecchi caccia. In dicembre la Francia utilizzerà la portaerei Charles-de-Gaulle nel Golfo che, con 24 velivoli a bordo, triplicherà la capacità di offensiva francese.