La nascita della vita sulla Terra è stata un fenomeno inevitabile alla luce della abbondanza relativa della materia prima rappresentata non solo da molecole organiche essenziali come gli amminoacidi, i mattoni delle proteine, ma anche per la presenza di svariati composti accompagnati da acqua di cristallizzazione che li intrappola come scoperto all’interno di Zag e Monahans, due meteoriti caduti sulla Terra.
Uno studio internazionale, che ha visto lo sforzo congiunto di ricercatori americani, inglesi e giapponesi, appena pubblicato su Science Advances, avrebbe individuato all’interno di campioni di meteoriti caduti sulla Terra nel 1998, significative tracce di composti prebiotici ovvero molecole organiche precursori fondamentali per i processi, che hanno determinato l’evoluzione chimica che precede gli eventi biologici in senso stretto.
L’aspetto curioso dello studio è che le molecole organiche si trovano disperse all’interno di cristalli meteoritici ricchi di acqua allo stato liquido riconducibili ad un periodo di tempo stimato intorno a 4,5 miliardi di anni fa: ci si trova insomma alle origini del Sistema solare allorquando il Sole è da poco entrato nella sequenza di stelle stabili della Via Lattea e i primi pianeti cominciano a prendere forma, compresa la Terra.
Uno scenario complesso e caotico per la folla di corpi celesti di dimensioni variabili che cominciano, nei loro urti casuali, ad agglomerarsi in planetesimi sempre più grandi, vede Zag e Monahans essere parte di asteroidi, che si scontrano e si scambiano materiale, ricco di acqua e molecole organiche.
I due frammenti rocciosi, Zag e Monahans, caduti nel 1998 rispettivamente in Texas e in Marocco, testimoniano come la “semina” di un pianeta, che si trovi ad avere acqua allo stato liquido e si trovi nella fascia di abitabilità alla giusta distanza da una stella stabile, che brucia lentamente, in miliardi di anni il proprio combustibile nucleare, confermano l’assioma della esoplanetologia, la scienza che si occupa di trovare sistemi di pianeti extrasolari, magari compatibili con l’evoluzione biologica, che la vita è più comune di quanto si possa ritenere o avere pensato in passato.