New York – Soffriva di disturbi mentali Tiffany Klapheke, 23enne per la quale è arrivata una condanna a 30 anni di carcere: chiuse in una camera senza acqua né cibo sua figlia di soli 22 mesi di vita e la lasciò morire lì, da sola. La donna aveva reagito in modo così estremo dopo la notizia che suo marito, militare, era stato nuovamente inviato in missione: Tiffany aveva subito delle violenze sessuali all’età di 5 anni ed era stata abbandonata dai propri genitori, tutte esperienze che l’avevano portata a sviluppare la sindrome dell’accanimento reattivo, che ha impiegato poco, saputa la notizia del nuovo allontanamento del marito dalla casa familiare, a diventare depressione profonda, ritenuta il principale motivo di un gesto tanto efferato verso la propria figlia e presentato dal legale della donna come attenuante, in tribunale. Tuttavia, il giudice che ha deciso la condanna per Tiffany ha scelto 30 anni di carcere, considerata comunque la mostruosità di quanto accaduto: la figlia dell’imputata è stata trovata in una stanza chiusa, immersa tra urine e feci, morta per disidratazione e malnutrizione, ma sul suo corpo sono state trovate anche tracce di ustioni chimiche, non facilmente inquadrabili nella dinamica dei fatti di quei giorni. Il marito di Tiffany aveva già avuto anche altre due bambine con lei, che sono state affidategli dal momento dell’arresto della donna.