Roma – E’ allarme acqua inquinata nella capitale. Il sindaco Ignazio Marino ha firmato un’ordinanza di divieto di consumo per alcune strade dei Municipi XIV e XV belle zone nord di Roma, come Primavalle, Labaro e Giustiniana. I cittadini che abitano in queste zone non potranno usare l’acqua ne per lavarsi, ne per cucinare in quanto in essa “è stata rilevata una grande quantità chimica e batteriologia non adatta al consumo umano a causa del superamento dei valori di parametro prescritti“. Il divieto rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2014.
Intanto è scoppiata una polemica su questa ordinanza. Secondo l’opposizione, il sindaco Marino avrebbe tenuto nascosto le informazioni ai cittadini e avrebbe sottovalutato l’emergenza. “È emergenza a Roma nord: l’acqua derivante da ben 7 acquedotti che riforniscono le case di migliaia di cittadini dei Municipi XV e XIV sarebbe ricca di arsenico“, affermano in una nota Luca Gramazio e Giovanni Quarzo, rispettivamente capigruppo di Forza Italia in Regione Lazio e Roma Capitale. Francesco Storace, vice presidente del Consiglio Regionale e capogruppo de La Destra verso AN, accusa Marino di aver nascosto l’ordinanza di divieto di consumo dell’acqua e di averla diffusa con troppa calma, visto che l’ordinanza è stata firmata il 21 febbraio e la notizia è stata scritta sul sito del comune di Roma una settimana dopo (27 febbraio).
In attesa del ripristino degli acquedotti inquinati, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura assicurerà la fornitura di acqua per consumo umano con punti di rifornimento sul territorio. “Per evitare allarmismi e fraintendimenti, tengo a precisare che molti dei residenti delle vie coinvolte da tale disservizio si servono da sempre di pozzi e non degli acquedotti dell’Arsial – ha detto il presidente del XV Municipio Daniele Torquati – pertanto i disagi per tali famiglie si prospettano limitati e ben gestibili“. Ad ogni modo, è previsto un servizio di autobotti nei quartieri citati in precedenza in cui l’Asl fornirà acqua potabile ai cittadini.
Fonti: leggo, il messaggero