Riforma del Senato, caos immunità: “Il governo non la voleva”

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“Siamo ad un passo dal chiudere sulle riforme costituzionali”: dopo questo annuncio di Matteo Renzi c’è stato un vero e proprio scatto in avanti sia per quanto riguarda la nuova legge elettorale sia la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione. Ieri, infatti, sono stati presentati venti emendamenti al testo base del governo sulla riforma del Senato da parte di Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, relatori del Partito Democratico e della Lega Nord: la firma è di Forza Italia, Partito Democratico e Lega Nord. Mercoledì ci sarà l’incontro tra Renzi e il Movimento Cinque Stelle, ma il ministro Boschi ha già ribadito: “Siamo pronti ad accettare proposte, ma non si può ripartire da zero”.

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COME SARA’ IL NUOVO SENATO – Il nuovo Senato avrà cento componenti, novantacinque scelti dai consigli regionali e cinque nominati dal Presidente della Repubblica. I poteri dei senatori saranno ridimensionati: non voteranno la fiducia al governo e la maggior parte delle leggi, ponendo fine al bicameralismo perfetto che tanto ha paralizzato i governi nell’approvazione di leggi e decreti negli ultimi anni. Inoltre, lo stipendio dei consiglieri regionali sarà portato al livello dei sindaci maggiori, e quindi abbassato notevolmente. Così le regioni perdono competenze che tornano alla Stato: infrastrutture, energia, turismo, commercio con l’estero anche grazie all’abolizione del Cnel. Esulta Matteo Renzi, perché manca poco all’inizio della discussione in aula e all’approvazione della riforma, che secondo il ministro Boschi potrebbe arrivare già a luglio.

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IMMUNITA’ –  Tuttavia, a sorpresa, emerge nel testo presentato ieri il ritorno dell’immunità a tutti i senatori, norma che non era presente nel provvedimento del governo: niente arresto e niente intercettazioni se non autorizzate. La decisione ha scatenato il dissenso popolare e dubbi sono stati subito sollevati dai democratici, attraverso le parole di Pippo Civati, e dai grillini. Calderoli, uno dei firmatari degli emendamenti, prende subito le distanze e rilancia: “Se si deve togliere l’immunità ai nuovi senatori, la si tolga anche ai deputati”. Oggi, il ministro Maria Elena Boschi, ricorda come “il governo aveva fatto una scelta opposta, perché con l’immunità ai senatori si sarebbe creata una distinzione tra i consiglieri regionali e i sindaci che sono senatori e tutti gli altri”. E comunque, conclude, “sul punto si può discutere, ma non è la questione centrale”.