Obama: “Nessuna guerra con l’Is, ma dobbiamo aiutare l’Iraq”

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Rassicuranti eppure ferme: Barack Obama ha rilasciato alcune esplicite dichiarazioni in un’intervista che attesta la posizione degli Usa nella lotta contro gli estremisti dello Stato Islamico, fautori della guerra che sembra essere stata una realtà sempre presente in Iraq. Al programma televisivo “60 Minutes”, trasmesso dall’emittente Cbs, Obama ha anche specificato il motivo per cui gli Usa continuano a fornire il loro aiuto al Paese dell’occidente asiatico: “Stiamo assistendo l’Iraq in una vera battaglia che si tiene nel suo territorio, con le loro truppe. Noi stiamo offrendo supporto aereo.”

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Il Presidente degli Stati Uniti ha portato allo scoperto i propri timori durante la trasmissione nazionale: “L’Is rappresenta una sorta di ibrido non solo di rete terroristica, ma con ambizioni territoriali e la strategia e le tattiche di un esercito”, confessa Obama. Proprio per l’interesse internazionale, gli Usa  avrebbero stabilito con lo Stato iraqeno avrebbe una ormai consolidata “partnership per la sicurezza”, intervento antiterroristico che il Presidente ha tenuto a distinguere dall’occupazione.

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Proprio questa precisazione ha chiarito il ruolo degli Usa in questa guerra, partecipazione da sempre discussa in tutto il mondo e finalmente chiarita. Per quanto riguarda la minaccia rappresentata dal gruppo di Al Qaeda, inibita con la morte dell’ex-capo Osama Bin Laden, Obama ha dichiarato che la maggiore preoccupazione dell’intelligence americana va soprattutto agli ambiziosi gruppi regionali distaccatisi dalla “madre”. Uno di questi è proprio l’Isis, che lo stesso Jim Clapper, direttore della National Intelligence, ha confessato di aver sottovalutato.

Un gruppo che, se lasciato libero di crescere e diventare troppo potente, come confessato da Obama stesso, potrebbe diventare un nemico non trascurabile per gli Usa. Così si spiega anche il perché gli Usa abbiano rivolto la propria attenzione agli estremisti dello Stato Islamico in ritardo, ma Obama non rifiuta la gloria ed aggiunge: ” Quando c’è un problema nel mondo, chiamano noi“.