Elena Ceste, luci ed ombre su Michele: è lui il colpevole?

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Costigliole d’ Asti – Assume contorni sempre più inquietanti il caso sulla scomparsa e la morte di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’ Asti scomparsa dieci mesi fa dalla propria abitazione e ritrovata cadavere lo scorso 18 ottobre poco lontano da quella casa che sembrava, per la povera donna, essere diventata sempre più simile ad una prigione. Il principale sospettato dell’ efferato crimine era e resta sempre il marito della donna, quel Michele Buoninconti che pare oramai aver perso il controllo di fronte alle videocamere e la cui testimonianza, da sempre al vaglio degli inquirenti, comincia a traballare di fronte all’ acquisizione di nuove prove concrete.

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SMS CHOC. Una delle testimonianze più choccanti legate alla sparizione e all’ uccisione di Elena Ceste sarebbe arrivata al medico di fiducia della famiglia Buoninconti, che avrebbe dichiarato agli investigatori di avere ricevuto un SMS inquietante lo scorso mese di giugno, proprio quando Michele continuava a tirar fuori dal cilindro presunti amanti e persecutori della donna. Alla Polizia, il medico avrebbe mostrato il messaggino inviato da una cabina telefonica sita nel salernitano, ad Angri per la precisione. Un dettaglio importante per gli inquirenti, perchè Angri è proprio il paese campano che ha dato i natali a Michele. “Ho visto Elena quella mattina alle 8,30 con un uomo che l’ ha trascinata per i capelli sino dentro la chiesa” recita, lapidario, l’ SMS. Chi ha mandato quel messaggio, e perchè? Gli investigatori sospettano possa proprio essere Michele Buoninconti il responsabile di tale gesto: l’ uomo sarebbe infatti stato avvistato vicino allo studio del medico, contrassegnato all’ esterno da una targhetta sulla quale è riportato proprio il numero telefonico del professionista.

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“CI HA DEPISTATI”. Nelle ultime ore ha poi destato scalpore la testimonianza dei soccorritori, che senza sosta hanno cercato invano la povera Elena Ceste, nella speranza di riportarla a casa, dai suoi 4 figli, sana e salva. “Stavamo battendo la zona con le unità cinofile, quando fummo raggiunti dal marito – racconta uno dei testimoni, indugiando sullo stato psicologico in cui versava l’ uomo, in quegli istanti drammatici lo scorso 24 gennaio. – Era visibilmente alterato, urlava che degli uomini gli avevano portato via la moglie. Noi ci stavamo dirigendo proprio verso la zona dove è stato trovato il cadavere ma lui ci suggerì di cambiare direzione, verso la chiesa“. Potrebbe trattarsi di un vero e proprio depistaggio, che comproverebbe la tesi degli investigatori? Tali prove, se confermate, potrebbero spingere la Polizia ad accantonare l’ ipotesi del suicidio con soppressione del cadavere, avvalorando invece la tesi dell’ omicidio, magari compiuto per motivi passionali. Tutte ipotesi che gettano, ad ogni modo, delle pesanti ombre sull’ integerrimo marito e padre di famiglia Michele.