MARE COME CIMITERO. Altro punto centrale del sentito discorso del Papa è stato quello dell’ immigrazione. “Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!” ha tuonato, seppure con voce piena di tenerezza, Josè Bergoglio. Il Papa ha poi sottolineato ai potenti europei la necessità di un piano comune per arginare i continui decessi di extracomunitari che tentano, spesso con esiti drammatici, di cambiare vita attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. “E’ necessario agire sulle cause, non solo sugli effetti – ha incalzato Papa Francesco – L’ Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’ immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’ accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti”.
Le ultime parole del Papa sono tutte per un’ Europa, a detta del Pontefice, stanca e demoralizzata, che tuttavia ha tutte le armi per rialzarsi: in primis la famiglia. “Unita, fertile e indissolubile, porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro”. Non bisogna, poi, sottovalutare la fede religiosa: “Un’ Europa – ha ammesso il Papa – che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità, può essere più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente”.