Milano – Sette anni di angoscia, tra sentenze ribaltate e prove rivisitate. La Giustizia, alla fine, ha fatto il suo corso, esprimendo una sentenza che per alcuni è suonata come una piccola punizione per una marachella. La famiglia di Chiara Poggi ha invece tirato un sospiro di sollievo, in barba a polemiche, supposizioni, ipotesi del giorno dopo. La loro bambina, la loro Chiara, ha finalmente ricevuto Giustizia, quella con la “G” maiuscola. A commettere il delitto è stato, per il Tribunale di Milano, Alberto Stasi: il primo, unico, vero sospettato dell’ atroce delitto di Garlasco.
A carico del giovane, per ben due volte assolto dal terribile reato, ci sarebbero dei gravissimi indizi di colpevolezza, tali da ribaltare la sentenza della Cassazione datata 2009 che lo voleva estraneo ai fatti. Alla lettura della sentenza, emessa dai giudici Barbara Bellerio ed Enrico Scarlini e da un collegio di sei giudici popolari, Alberto Stasi è parso visibilmente choccato; solo nelle ore successive al verdetto, l’ ex bocconiano avrebbe dichiarato: “Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente. Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. È accaduto a me e non ad altri. Perché?“. Ben altra reazione è stata invece quella della famiglia Poggi, che ha espresso viva soddisfazione nel corso di una breve conferenza stampa subito dopo la condanna. “Ci aspettavamo la verità per Chiara – ha dichiarato, comprensibilmente emozionata, mamma Rita – e oggi abbiamo avuto una risposta“.