Helicobacter: ecco il batterio contro la Sclerosi Multipla

Helicobacter Pylori

 

Può un batterio potenzialmente nocivo per il nostro stomaco diventare un’ arma di difesa potente contro una delle patologie neurodegenerative più diffuse nel Mondo civilizzato? Stando alle ultime ricerche condotte dal team scientifico della University of Western Australia sembrerebbe proprio di si. La novità nel campo della cura della Sclerosi Multipla – patologia autoimmune che colpisce la mielina, sostanza che garantisce il corretto funzionamento degli impulsi nervosi – potrebbe chiamarsi Helicobacter Pylori. L’ Helicobacter, microrganismo che risiede nello stomaco di un paziente su due sin dalla tenera età, è diffuso soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove le condizioni igieniche sono prevalentemente scarse e le terapie antibiotiche per debellarlo a dir poco assenti. Il batterio può rimanere “silente” a vita nello stomaco del paziente, ma può anche essere causa di alcune patologie a carico dell’ apparato gastro-intestinale, dalle gastriti alle ulcere, arrivando persino ad alcune forme tumorali.
Essendo causa di tali patologie, come può l’ Helicobacter Pylori essere utile nella cura di una malattia così invalidante come la Sclerosi Multipla? La risposta starebbe nella ricerca condotta dal team australiano in un lasso temporale compreso tra il 2007 e il 2011. Partendo da un campione di circa 850 persone – 550 delle quali affette da Sclerosi Multipla – gli studiosi avrebbero sottoposto i pazienti ad alcuni test per accertare la presenza del microrganismo all’ interno del loro corpo. Il risultato è stato a dir poco sorprendente: circa il 30% di pazienti affetti da Sclerosi non avevano mai contratto nella propria vita l’ Helicobacter. Nei pazienti che presentavano entrambe le patologie, inoltre, il batterio aveva arrestato la “cavalcata” della Sclerosi Multipla, garantendo un minor grado di disabilità. Lo studio condotto in Australia presenta, però, uno strano “limite”: l’ Helicobacter Pylori sarebbe una “salvezza” solo per le pazienti di sesso femminile. La motivazione pare essere ancora ignota.
Il ruolo giocato dall’ Helicobacter nella cura della Sclerosi Multipla sembrerebbe, inoltre, smontare la tesi secondo cui una eccessiva igiene personale possa prevenire l’ insorgenza di patologie serie. Il professore giapponese Jun-ichi Kira dell’ Università di Kyushu, che ha firmato l’ editoriale di accompagnamento agli studi dei colleghi australiani ha sottolineato come, contraendo alcune patologie sotto i due anni di età, il corpo umano sarebbe abituato a difendersi contro patologie autoimmuni come la Sclerosi Multipla, appunto. Se confermata, la ricerca produrrebbe un notevole passo in avanti verso la cura di una patologia “dannata”. 

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