Animali, diritti lesi in Italia: altro che Bel Paese

Quali elementi possono accomunare i daini di Ravenna ed i gatti che hanno la “sfortuna” di vivere nel nord Italia? Semplice: entrambi gli animali sono soggetti ad una caccia barbara ed assassina, per puro diletto o per preparare delle pietanze da provocare la nausea persino allo chef più “stellato”. Nella scorsa puntata de “Le Iene” Nadia Toffa è atterrata a Ravenna per affrontare la spinosa questione della caccia selvaggia ai daini: animali penalizzati dalla mancanza di una recinzione solida che possa essere considerato un vero confine tra l’ habitat di questi splendidi esemplari e le strade che conducono al sempre meno mondo civilizzato a due zampe. Nella città, nel frattempo, imperversa una guerra intestina tra i cacciatori – che reclamano il loro diritto a sparare su questi poveri cuccioli – e gli animalisti, disposti a tutto pur di fermare questa insulsa carneficina. Mentre la battaglia tra i killer di daini e i sostenitori della vita a quattro zampe continua a suon di sterco e teste animali decapitate, la politica locale si dimostra, ancora una volta, incapace di fornire risposte serie e concrete che mettano fine alla mattanza dei parenti di Bambi.
Sorte analoga pare toccare ai gatti che risiedono tra l’ Emilia Romagna e la Lombardia, senza dimenticare il Veneto. Brescia, Cremona, Vicenza, Verona, Parma e Reggio Emilia sono le città nelle quali potreste vedervi servire un morbido Persiano come piatto forte sulle vostre tavole. Non dimentichiamo Milano, patria dell’ Expo, che ha ben pensato di combattere la fame nel Mondo con una bella zuppa di Siamese: roba da far impallidire anche l’ anti animalista più convinto. I pranzetti a base di animali domestici, oltre ad essere segreti come il party misterioso di “Eyes Wide Shut”, costituiscono reato; il rischio di essere punibili però non costituisce un limite per questi novelli e crudeli eredi di Carlo Cracco, anche perchè il nostro Bel Paese non condanna realmente chi perpetra violenza sui nostri amici animali.
Cosa aspettarsi, del resto, da una Nazione che identifica gli animali come beni materiali da pignorare in caso di dispute legali? Un enorme passo indietro nella nostra giurisdizione rispetto al resto d’ Europa. Basti sottolineare l’ esempio francese: lo scorso 28 febbraio, il Governo presieduto da Hollande ha riconosciuto ai nostri amici animali lo status di “esseri viventi dotati di sensibilità”, accogliendo la richiesta di associazioni animaliste e possessori di cuccioli di ogni taglia e razza. In Italia, a difesa dei diritti dei nostri amici pelosetti è scesa in campo la nota conduttrice TV Tessa Gelisio. La star di “Cotto e Mangiato” ha promosso una campagna social contro il pignoramento degli animali: #giùlezampe, una petizione che in poco tempo ha raggiunto, grazie all’ aiuto di Charge.org, migliaia di adesioni. Il nostro Paese raccoglierà l’ invito di tutti coloro che desiderano soltanto veder riconosciuti agli innocenti animali i propri, sacrosanti diritti? Sarebbe un enorme salto di qualità per un Paese che di bello, dal punto di vista animale, ha davvero ben poco.